Ci sono anche due trevigiani tra gli arrestati per la mega rissa scatenatasi lo scorso 17 gennaio alla Fiera di Verona tra due gruppi motoclistici e che aveva portato al ferimento di 20 tra poliziotti e carabinieri. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Verona in collaborazione con altre 13 Questure italiane, ha portato all'arresto di 24 persone in tutta Europa tra Italia, Francia, Germania ed altri paesi europei. Ad essere arrestati con l'accusa di associazione a delinquere, lesioni, rapina ed estorsione sono il 44enne coneglianese Francesco Bortoluz, detto “Checco”, presidente del circolo “Hell's Angels Mc Italy” di Susegana e principale esponente della banda in Veneto; Gianni Dal Bello, 40enne di San Vendemiano. Nell'ambito dell'operazione è indagato anche un altro trevigiano: un 57enne, M.R., originario di Conegliano: nella sua abitazione sono stati rinvenuti un fucile a pompa ed una bomboletta di spray urticante mentre a casa di Francesco Bortoluz, gli agenti della mobile hanno sequestrato altri due fucili calibro 12. I tre trevigiani coinvolti, oltre ad aver partecipato attivamente alla rissa di Verona e componenti storici del club di Susegana a cui ora sono stati posti i sigilli, erano già stati coinvolti in altre risse in passato con altre fazioni opposte di motociclisti come gli storici rivali Bandidos, che avevano sede nel trevigiano a Crocetta del Montello. La posizione dei bikers coinvolti potrebbe ulteriormente aggravarsi poiché indiziati di alcune rapine e spaccate effettuati negli ultimi anni. L'organizzazione, ramificata a livello internazionale, aveva pianificato attraverso internet l'agguato di Verona nei contronti di un gruppo rivale, gli “Outlaws” ed è organizzata a livello gerarchico come una sorta di forza paramilitare con tanto di gradi, simboli e promozioni: all'interno della “club house” di Susegana rinvenuto addirittura un documento di richiesta di ferie di un affiliato al presidente oltre a giubbotti paracolpi, paradenti, spray urticanti e altro materiale atto ad offendere che era stato utilizzato proprio in occasione del raid di Verona. Ai nostri microfoni interviene il capo di gabinetto della Questura di Treviso, dottor Luca Migliorini.
