Clamorosa svolta per la morte di Giampietro De Conto
DA INCIDENTE A SUICIDIO
Morì stritolato in un'impastatrice: assolto il suo capo
TREVISO – (gp) A tre anni e mezzo dalla tragedia si scopre che quello che sembrava un incidente mortale sul lavoro era in realtà un suicidio. Almeno questo è quanto ha stabilito il tribunale di Treviso assolvendo perchè il fatto non sussiste Mosè Corazzin, 65enne di Moriago della Battaglia finito alla sbarra con l'accusa di omicidio colposo per la morte di Giampietro De Conto, 50enne residente a Miane. La tragedia si consumò il primo gennaio del 2008 all'interno della ditta “Azienda Agricola della Rocca srl” di Follina di cui Corazzin era il legale rappresentante e De Conto un dipendente da oltre 20 anni. L'uomo era finito nella macchina impastatrice con cui stava lavorando finendo per essere stritolato dagli ingranaggi. Subito era scattata l'inchiesta e sul registro degli indagati era finito proprio Corazzin, in seguito rinviato a giudizio. Ma proprio nel corso del dibattimento è emersa quella che per la giustizia corrisponde alla verità. Come sostenuto dalla difesa di Corazzin, e al termine dell'istruttoria dibattimentale anche dal sostituto procuratore Antonio Miggiani, l'ipotesi del suicido ha una sua credibilità in quanto De Conto era una persona a rischio, era schivo e introverso, viveva da solo e non aveva grossi rapporti sociali. Partendo dal presupposto che il macchinario non era comunque regolare in quanto non rispettava le norme in merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro, per l'accusa e soprattutto per la difesa non era possibile escludere l'ipotesi di un gesto volontario del defunto, che avrebbe deciso di togliersi gettandosi tra le spirali dell'impastatrice per il foraggio.