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Due giorni di astensione nazionale dei penalisti per il "diritto alla difesa"
AVVOCATI IN SCIOPERO CONTRO IL DECRETO LIBERALIZZAZIONI
Parla il pres. della Camera Penale di Treviso, l'avv. Federico Vianelli
TREVISO – (gp) “Un avvocato che risponde a un padrone non è un avvocato. La società tra professionisti con capitale esterno riduce l'attività difensiva a un prodotto da banco e pregiudica l'indipendenza di un avvocato”. Uno slogan che attacca a viso aperto il decreto liberalizzazioni del governo e che sta alla base dell'astensione nazionale dei penalisti dalle attività giudiziarie. Uno sciopero, che ha di fatto bloccato le udienze di giovedì 23 e venerdì 24 febbraio in tutta Italia (compresa Treviso dove sono saltati una trentina di processi vista la quasi totale adesione da parte delle toghe di Marca), per protestare contro la liberalizzazione della professione che non colpisce tanto i legali, quanto i cittadini che si vedranno minare, secondo i gli avvocati, il diritto alla difesa. “La specializzazione è indice di qualità e segno di trasparenza” si legge nel manifesto dello sciopero, indetto inoltre per ribadire come la figura dell'avvocato debba rimanere libera e indipendente per poter garantire la massima professionalità e quindi offrire al cittadino un servizio adeguato e specializzato. Ai nostri microfoni ci spiega i motivi di questa astensione e il perchè delle critiche al decreto sulle liberalizzazioni del governo il presidente della Camera Penale di Treviso nonché segretario del Consiglio delle Camere Penali Italiane, l'avvocato Federico Vianelli.
