In manette sono finiti un 58enne di Preganziol e un 56enne di Meolo
ROGO AL "VECCHIO MULINO" DI FONTE, ARRESTATI I DUE PIROMANI
Indagato anche Leopoldo Vanzetto, il titolare e forse il mandante

ONE' DI FONTE – (gp) Arrestati i piromani del “Vecchio Mulino”, il ristorante di Onè di Fonte completamente distrutto da un incendio il 3 ottobre scorso. Dopo cinque mesi di indagini i carabinieri di Treviso e Castelfranco Veneto hanno stretto le manette ai polsi di un 58enne residente a Preganziol, e di un 56enne originario di Meolo ma residente a Tenerife. Entrambi con precedenti penali alle spalle, sarebbero stati assoldati dal titolare del ristorante, anche lui iscritto nel registro degli indagati, che a causa di una situazione finanziaria difficile (si parla di debiti per circa 700 mila euro) avrebbe voluto incassare il premio da 1,4 milioni di euro dell'assicurazione per mettere a posto i conti della sua attività. Di quel denaro, una parte sarebbe servita a pagare i due arrestati per il lavoro svolto. Al momento però sui due arrestati e sul titolare, Leopoldo Vanzetto, pende l'accusa di incendio doloso in concorso. Se la dinamica dei fatti dovesse però corrispondere ai sospetti degli inquirenti, si configurerebbe anche il reato di tentata truffa ai danni dell'assicurazione. Fatto sta che i militari trevigiani sono riusciti a portare a termine il lavoro non appena i due sospettati hanno fatto rientro in Italia. Subito dopo il rogo, rimasti entrambi feriti dalla deflagrazione, erano scappati all'estero per farsi curare: uno in Croazia mentre il secondo in Spagna, a Tenerife. Se per il primo le ustioni si limitavano a una mano, per il secondo si sono resi necessari dieci giorni di ricovero per bruciature al volto, a un braccio e alla gambe. Segni che entrambi portano ancora. Dalle indagini è emerso che Vanzetto era spesso in contatto con i due e l'accordo sarebbe avvenuto proprio all'interno del ristorante durante l'orario d'apertura: i tre si sono infatti visti l'ultima volta un paio di giorni prima dell'incendio, appiccato quando il titolare si trovava in Francia per acquistare del vino. Le tracce ematiche sul luogo del delitto, analizzate dal Ris di Parma, avevano portato all'identificazione dei due piromani già da qualche tempo, ma la loro latitanza all'estero ne impediva la cattura. Colpiti da un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Treviso, i due sono stati sorpresi mentre a bordo di due auto si stavano dirigendo in autostrada verso l'aeroporto Marco Polo, con l'intenzione forse di partire per la Spagna.