Le operazioni di restauro saranno visibili al pubblico
GLI AFFRESCHI DI TOMASO DA MODENA A SAN NICOLĂ’ TORNERANNO A SPLENDERE
Secoli di storia, due guerre mondiali e supporti inadeguati

TREVISO - I preziosi affreschi di Tomaso da Modena, ospitati nella Sala del Capitolo dell'ex convento domenicano di San Nicolò, oggi Seminario Vescovile, ritroveranno nuova luce. E' stata siglata una convenzione tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici per le Province di Padova, Venezia, Belluno, Padova e Treviso, il Seminario Vescovile di Treviso e la Fondazione Bonaventura 1974 Onlus Treviso per il restauro artistico dell'importante ciclo dei Domenicani illustri realizzati dal celebre pittore e miniatore modenese, che a Treviso operò per un decennio dal 1352, e delle decorazioni più antiche, in particolare la Grande Crocifissione sulla parete di fondo, risalente al XIII sec.
I lavori, che saranno ripartiti in tre anni, hanno trovato un finanziamento ministeriale di 140mila euro e il sostegno della Fondazione Bonaventura che finanzierà in particolare la struttura dei ponteggi, abbastanza ampi da permettere la possibilità di visite.
La Sala del Capitolo e la sua decorazione ad affresco hanno conosciuto una travagliata vicenda conservativa. Durante la Grande Guerra l'ambiente fu utilizzato per la degenza dei feriti dell'ospedale militare e nel 1918 si operarono i primi strappi degli affreschi (che riguardarono 12 dei 40 ritratti dei Domenicani) finalizzati, secondo le intenzioni dell'epoca, a salvaguardare parti rappresentative del ciclo di Tomaso da Modena rispetto a possibili danni bellici. Ma l'evento più funesto fu durante la seconda guerra mondiale, quando, il 28 dicembre 1944, una bomba colpì la parete orientale dell'aula, causando il parziale distacco di tre figure di santi e della porzione inferiore della Crocifissione duecentesca, da dove scomparse la figura di san Paolo.
Parte dei restauri riguarderanno quindi i precedenti interventi di conservazione, come afferma la Soprintendente per i beni storico, artistici ed etnoantropologici per le Province di Padova, Venezia, Belluno, Padova e Treviso, dottoressa Marica Mercalli.
