Paola Nicoli, colpita da un principio d'infarto, tornerà in aula a fine maggio
CASO AMIDEVI: IL GUP HA RINVIATO A GIUDIZIO ANTONELLA MASULLO
Separati i due procedimenti penali su richiesta del pm Iuri De Biasi

TREVISO – (gp) Sviluppo inatteso nel processo per il caso Amidevi. Su richiesta del pm Iuri De Biasi il gup Silvio Maras ha separato i procedimenti a carico di Paola Nicoli, la presidente della onlus di assistenza disabili accusata di truffa per aver fatto sparire oltre 200 mila euro destinati agli utenti, e di Antonella Masullo, l'ex funzionaria del settore Servizi Sociali della Provincia di Treviso e ora in servizio all'Ulss 7 ricoprendo il ruolo coordinatrice dell'Osservatorio Politiche Sociali della Regione accusata di abuso d'ufficio e di favoreggiamento. La prima, colpita da un principio d'infarto a poche ore dall'udienza preliminare, è stata portata all'ospedale Ca' Foncello per accertamenti ottenendo così un rinvio dell'udienza al 28 maggio prossimo. La seconda invece, la cui posizione è stata stralciata, è stata invece rinviata a giudizio e dovrà comparire di fronte al collegio a metà settembre. Una decisione, quella del gup, che scontenta le parti civili (la Provincia di Treviso per entrambe le imputate, mentre per la Nicoli si sono costituiti anche la Regione Veneto e tre famiglie destinatarie dell'assistenza della onlus) e che favorisce, almeno sulla carta, la difesa di Antonella Masullo, rappresentata dall'avvocato Fabio Crea. “Se non vengono provate le truffe contestate alla Nicoli – ha affermato il legale – non si configurerebbe nemmeno il reato di abuso d'ufficio. Anche nel caso in cui la Masullo fosse colpevole, non si tratterebbe di un illecito penale ma semplicemente di un comportamento punibile a livello disciplinare”. La Procura di Treviso contesta a Paola Nicoli, come detto, di aver fatto sparire oltre 200 mila euro destinati agli utenti. Denaro pubblico che la Provincia elargiva all'Amidevi per sostenere le spese per i servizi di didattica scolastica integrativa a ragazzi con disabilità sensoriali. L'associazione però, intascati i sussidi, non avrebbe mai fornito quel tipo di assistenza. Ad Antonella Masullo viene invece contestato di aver omesso o di non aver effettuato adeguatamente i controlli necessari sulle note spese presentate da Paola Nicoli (abuso d'ufficio), e poi, una volta partita l'inchiesta, avrebbe indicato all'amica una via d'uscita (favoreggiamento). La seconda accusa riguarda una lettera di scuse, in cui si parla di un errore contabile paventando la restituzione del denaro, che la Nicoli avrebbe scritto prima che scattasse la denuncia ma che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata retrodatata proprio su consiglio e indicazione della Masullo, la quale si sarebbe assunta la colpa di un ritardo nella consegna della stessa.