Il coach si è opposto a un decreto penale di condanna da 22.500 euro
RAGAZZE SPIATE IN SPOGLIATOIO: AL VIA IL PROCESSO ALL'ALLENATORE
Sentite in aula le giocatrici della Samarcanda Volley Resanese

RESANA – (gp) Dopo la condanna della giustizia sportiva che lo aveva squalificato per 5 anni da ogni attività legata al mondo della pallavolo, era arrivato anche il verdetto della magistratura ordinaria: un decreto penale di condanna da 22.500 euro, in sostituzione di tre mesi di reclusione. Fabio Fontana, l'allenatore 45enne della Samarcanda Volley Resanese accusato di interferenza illecita nella vita privata, ha presentato opposizione al decreto scegliendo di professare la propria innocenza a processo. E il procedimento penale è iniziato con la sfilata delle giocatrici della Samarcanda Volley Resanese, tutte ragazze di età compresa tra i 16 e i 30 anni, che avevano scoperto quell'occhio elettronico che le aveva messe a nudo nascosto all'interno di una scatola posta sopra il muretto che delimita le docce dello spogliatoio. Secondo loro, come secondo la magistratura, a piazzare la telecamera sarebbe stato proprio il coach, per spiarne le conversazioni, o peggio, guardarle mentre si cambiavano o si facevano la doccia. Accuse che l'uomo, difeso dall'avvocato Emilio Marcon, ha sempre respinto. Quelle immagini, se mai fossero state effettivamente registrate, non sono finite in nessun supporto magnetico tra quelli nelle mani degli inquirenti. La perizia disposta sul materiale informatico posto sotto sequestro aveva dato infatti esito negativo: nessun filmato delle pallavoliste era salvato nel computer, nelle chiavette usb, nei dvd e nei cd trovati nell'abitazione dell'allenatore. Ciò non toglie che per la Procura sarebbe stato comunque lui a piazzare la telecamera e non sarebbe riuscito a portare a termine i suoi piani solo perchè scoperto dalle presunte vittime, le quali in aula hanno tutte affermato che una volta trovato l'occhio elettronico, sarebbe stato proprio l'allenatore a portarlo a casa.