Venezia, trenta casi segnalati alla polizia postale: molti pagano e non denunciano
ADESCATI DALLE SEXY CHAT E RICATTATI, ALLARME IN VENETO
Sessioni di video chat hard e poi richieste di denaro fino a 500 euro

VENEZIA - Adescati attraverso le chat normali, Facebook, chatroulette e le applicazioni degli smartphone dedicate, invitati a masturbarsi in bollenti video chat erotiche e ricattati da giovani e procaci, spesso “virtuali”, ragazze, quasi sempre straniere. “O mandi 500 euro o il video verrà pubblicato su Youtube e Facebook”: di questo tenore quella che è una vera e propria sexy estorsione che spesso non si ferma neppure con l'invio del denaro ma prosegue con altre richieste di soldi, soilitamente 200 euro. Le sexy ricattatrici, documentandosi attraverso il web, riescono spesso a sapere molto della propria vittima: informazioni utili per rafforzare la minaccia con frasi come “lo dico a tua moglie”, “so' dove lavori”. Sono stati ben 30 i casi di questo genere che sono stati denunciati negli ultimi mesi alla polizia postale del Veneto: un dato sconfortante visto che almeno il doppio delle persone rinuncia spesso a denunciare. A mettere a segno le estorsioni sarebbero, secondo gli investigatori della polizia postale, delle vere e proprie organizzazioni straniere: i server di cui si servono le sexy-ricattatrici che in alcuni casi si servono di semplici video registrati, si trovano nei paesi dell'est o in nordAfrica. Spesso il sesso virtuale tra la ragazza di turno e la vittima dura pochi minuti; poi, quasi sempre, la comunicazione si interrompe e parte il ricatto vero e proprio. L'invito della polizia postale è ovviamente quello di non cedere alle richieste di denaro, raccogliere “prove” e denunciare subito.