Chiuso il processo per la morte di Vinicio Artuso, il responsabile della club house
TRAGEDIA ALLO STADIO DI MONIGO: FLORIAN PATTEGGIA DICIOTTO MESI
In aula per omicidio colposo l'autotrasportatore che manovrava la gru
TREVISO – (gp) Dopo dodici mesi di indagini e una lunga serie di accertamenti tecnici da parte dello Spisal, il processo per omicidio colposo per il tragico infortunio sul lavoro che costò la vita a Vinicio Artuso, il 59enne di Preganziol responsabile della club house dello stadio di Monigo, si è chiuso con il patteggiamento a un anno e sei mesi di reclusione (con sospensione condizionale della pena) di Paolo Florian, l'autotrasportatore 50enne dipendente della ditta Lorenzon che era stato incaricato di portare via il carrello elevatore della Cofiloc (che in una nota aveva specificato che l'evento non era in alcun modo riconducibile alla società e che il carrello elevatore si trovava allo stadio soltanto in esposizione). Una sentenza che non è piaciuta ai familiari della vittima, costituitisi parte civile con l'avvocato Sossio Vitale. L'unico risarcimento, per il momento, è la liquidazione delle spese per la costituzione in giudizio: probabile, a questo punto, che la vicenda si sposti in sede civile vista la colpevolezza dell'imputato decretata dal gup.
L'inchiesta fin dal primo momento si era dimostrata delicata non solo dal punto di vista formale, ma anche per il fatto che Florian conosceva da anni la vittima e non sembrerebbe per nulla riduttivo definirli amici. La dinamica del sinistro è stata scandagliata in ogni dettaglio dal pm Francesca Torri, titolare del fascicolo, e al termine degli accertamenti è stato stabilito quanto si presumeva purtroppo dall'inizio: il carrello elevatore si inclinò su un fianco disarcionando Vinicio Artuso e facendolo precipitare da un'altezza di circa 5 metri. I comandi del carrello ci sarebbero stati sia all'interno della pedana sia alla base del mezzo, manovrato appunto dall'imputato. Per la Procura è stato proprio lui a “bypassare” il blocco del macchinario, che non aveva il “ragno” azionato (ovvero gli stabilizzatori a terra), e a causare quindi il rovesciamento della gru. La sentenza, le cui motivazioni verranno depositate fra 60 giorni, ha di fatto stabilito che la morte di Vinicio Artuso, che ha gettato nello sconforto familiari, amici e tutti coloro che per lavoro avevano avuto modo di conoscerlo, si poteva evitare. Dopo la sua scomparsa furono centinaia i tweet e i messaggi che esprimevano il proprio cordoglio alla famiglia. Non ultimo tutto il Benetton Rugby che nel proprio sito aveva ricordato Vinicio scrivendo: “Siamo tutti consapevoli di aver perso un grande amico”.