Dava lavoro a più di mille persone, ora in Veneto restano 45 addetti
RISCHIO CAPOLINEA PER L'EX IMPERO DELL'ABBIGLIAMENTO BERNARDI
Ultima speranza, l'asta dei 23 negozi rimasti il 17 novembre

Un quadro quello attuale, che si fatica ad accostare allo storico gruppo d’abbigliamento, nato dal fiuto imprenditoriale del compianto Riccardo Di Tommaso e capace, all’apice del successo, di dare lavoro a oltre mille persone. Di quell’impero oggi sono rimasti in capo a Bernardi appena 23 negozi. L’azienda è stata posta in amministrazione straordinaria due anni fa e da allora il processo di costante riduzione, passato per la cessione di oltre 100 punti vendita a Coin, è proseguito. Oggi sono 250 i lavoratori che rischiano di perdere il posto, di cui 25 veneti. In dettaglio, 11 sono occupati nella provincia di Treviso, di cui 6 alla sede di Oderzo e 3 a Crocetta del Montello per Bernardi e 2 per Go Kids al Bennet di Pieve di Soligo chiuso lo scorso luglio.
Giovedì scorso a Padova è stato firmato l’accordo di mobilità collettiva, che prevede fino al 28 dicembre la possibilità per i lavoratori di recedere volontariamente dal contratto per poi essere posti in mobilità, coincidente con la fine dell’amministrazione straordinaria e della cigs. I dipedenti riceveranno a giorni il preavviso di licenziamento. La speranza però non è persa.
“Il commissario straordinario ha fatto luce sulla situazione presente, per questo abbiamo firmato l’accordo sindacale di mobilità, ma ci auguriamo che l’asta raccolga manifestazioni di interesse, per tutti o almeno per una parte dei negozi - ha commentato Ildebrando Dall’Acqua della Filcams Cgil -. Bernardi è un’azienda storica ancora appetibile, sia per cessione che per affitto, e che può ancora dare qualcosa al nostro territorio".
L’ufficio vertenze della CGIL trevigiana sta già ragionando su come agevolare, nel peggiore dei casi, i lavoratori.