Le accuse: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione
ANNUNCI ONLINE A LUCI ROSSE: IN DODICI A PROCESSO
Le escort pagavano fino a 120 euro a settimana per pubblicizzarsi
TREVISO - In dodici dovranno affrontare un processo per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il gup Silvio Maras li ha infatti rinviati a giudizio e dovranno presentarsi in aula a novembre. L'inchiesta riguarda degli annunci a luci rosse, pubblicati in siti di incontri, attraverso i quali escort e prostitutite procacciavano clienti.
Siti che secondo l'accusa sarebbero stati gestiti da un’organizzazione composta dai proprietari dei domini, da intermediari tra i gestori del sito e le prostitute, da agenti di secondo livello, da fotografi, prestanome e titolari dei conti correnti su cui veniva fatti transitare il denaro versato dalle prostitute per pagare gli annunci.
L'operazione “Duracell”, portata avanti dalla Procura di Udine nel 2011 e approdata a Treviso per competenza territoriale, è dunque sfociata in un processo. L'inchiesta era nata dall’arresto di Ramon Berloso, il 35enne goriziano morto suicida meglio conosciuto come il “killer della balestra”, perchè ritenuto responsabile dell’omicidio di due prostitute.
Per gli inquirenti l’uomo aveva agganciato le sue vittime proprio attraverso i siti incriminati. Nell’inchiesta parallela erano state coinvolte oltre una ventina di persone perché, facendosi pagare le inserzioni "a luci rosse", avrebbero sfruttato l’attività di almeno 32 squillo. Le ragazze facevano le proposte via web, e sempre grazie a internet venivano contattate dai clienti. Ogni due settimane, secondo l'accusa, avrebbero ricevuto dalle lucciole 120 euro per la pubblicità.