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La dott.sa Marta Benvenuti, psicologa e psicoterapeuta ci aiuterà a fare chiarezza sul tema della GenitorialitÃ
RELAZIONE E BENESSERE - 2 - ESSERE GENITORI OGGI
Luci e ombre del mestiere più difficile del mondo
TREVISO - Diventare genitori oggi: luci e ombre del mestiere più difficile del mondo.
Che cosa significa essere genitori oggi? Nell’epoca moderna forse è più facile diventare genitori in termini fisiologici e biologici; è tuttavia più complicato esserlo rispetto al passato.
Si diventa genitori una volta che un bimbo viene concepito e nasce eppure non sempre padre e madre sono pronti ad accogliere questa dimensione della vita. All’interno della famiglia fare un figlio è diventata sempre più una scelta, meno una casualità, si sceglie di diventare genitori quando ce lo si può permettere economicamente, si è più sereni e le condizioni ambientali sono più favorevoli. Quando le tessere della nostra vita cominciano ad assestarsi come noi avevamo programmato.
Anche le statistiche parlano chiaro. In Italia si fanno sempre meno figli con un calo importante dal 2009 anno in cui si è consolidato il trend economico negativo e vengono concepiti sempre più in età avanzata.
L’età media delle mamme italiane è di 32 anni, mentre le donne straniere hanno bambini a 28 anni circa.
Perché oggi è più difficile? Cosa è cambiato rispetto al passato delle nostre madri e nonne?
Sono cambiate tante cose rispetto a qualche decina di ani fa: sono cambiate la struttura e la definizione di famiglia come del resto è mutata la struttura della nostra società. Oggi talvolta all’interno della famiglia c’è confusione di ruoli e di responsabilità ad essi collegate. La genitorialità è diventata densa, e racchiude in sé tutta una serie di aspetti di fatica, rigidità, frustrazione.
Ci si prepara alla gravidanza con un’attenzione talvolta ossessiva, studiando epoche gestazionali, misure ecografiche, esami che vengono fatti più e più volte, oltre il necessario talvolta, immaginando questo bambino, fino ad averne un’immagine nitida e chiara. Poi la fantasia di questo Bambino Immaginario si scontra di fronte alla effettività del bambino che nasce e si fa fatica a mettere da parte il bambino immaginario e fare i conti con il bambino reale. Questa densità di aspettative ci rende difficile cogliere i bisogni di questo bambino reale, sia esso neonato sia man mano nelle varie fasi di crescita. Bambini che manifestano i loro bisogni con il corpo, mentre i genitori talvolta mettono dei filtri e non arrivano davanti al bambino con quella spontaneità che sarebbe la cosa migliore.
I genitori d’oggi cercano la bacchetta magica, il manuale di istruzione che risolva tutte le situazioni, che però non viene fornito. E superato questo “trauma” alla nascita del loro bimbo la prima cosa che possono cominciare a riscoprire è il contatto con i propri figli. Sia dal punto di vista fisico, restando a contatto del corpo di questo bambino che cresce, toccandolo, accarezzandolo; sia il contatto relazionale, guardandolo, ascoltandolo, cogliendone gli stati che sta vivendo. Ma per fare questo è necessario fermarsi. Non correre. Mettere da parte pensieri e incombenze quotidiane e dedicare tempo al proprio figlio e a sé e alla relazione. Naturalmente questo non significa estraniarsi dal mondo e far diventare il rapporto col figlio, una relazione esclusiva dimenticandosi del mondo, ma far divenire il tempo che ci si ritaglia un tempo di qualità, sgombro di pensieri. Questo regalerà sicuramente dei bei momenti al bambino ma anche degli attimi indimenticabili da custodire al genitore.
Importante definire, ridefinire e spesso riscoprire i ruoli genitoriali. La premessa è che l’una senza l’altro genera scompensi. La mamma è figura su cui si sono scritti libri e trattati, custodisce il piccolo nel ventre nove mesi, gli da la vita e il bimbo nei primi mesi di vita dipende da lei. Ma fondamentale è anche il papà.
Se la mamma è colei che mette al mondo il bambino, il papà e colui che lo mette nel mondo. La mamma da subito si prende cura e custodisce il bimbo, il papà si spende più a livello operativo, va all’anagrafe e lo registra e poi più avanti e colui che lo spinge negli incontri sociali verso le relazioni. Il papà è colui che richiama la donna alla sfera femminile, le ricorda che oltre ad essere mamma, è donna e moglie e svolge quindi un ruolo importante per la salute mentale, affettivo, psicologica del bambino e della donna.
Oggi però la realtà è che i ruoli genitoriali spesso risultano più confusi o sfumati. Complice la complessità dei tempi le necessità mutate rispetto al passato a quelle del passato: spesso la donna deve tornare a lavoro presto e alcune delle funzioni che prima erano a lei riservate ora devono essere condivise col partner o con altre persone esterne.
Impossibile? Certo che no! Se tra i coniugi c’è dialogo, capacità di ascolto e soprattutto fantasia! Perché oggi essere genitori significa essere creativi, essere aperti a possibilità che una volta forse nemmeno si valutavano e che invece sono importanti risorse.
E da questa considerazione nasce l’invito della dottoressa Marta Benvenuti, psicologa e psicoterapeuta del Centro della Famiglia. Non vietarsi di essere creativi e riscoprire quali sono le competenze femminili e maschili nel percorso della genitorialità. Un aiuto il corso di accompagnamento alla nascita in partenza a breve. Un percorso di sperimentazione della genitoriale teorico ma anche pratico e laboratoriale in cui la creatività verrà messa in gioco.
Per tutte le informazioni:
Programma incontri:
- 8 incontri prima del parto
- 1 incontro a parto avvenuto
- visita domiciliare da parte dell'ostetrica
Note pratiche:
Gli incontri che si terranno al SABATO dalle 10.00 alle 12 saranno guidati dalla Dott.ssa Marta Benvenuti (psicologa) e dalla Dott.ssa Giada Coletti (osterica) presso il Centro della Famiglia
Il costo totale è di euro 80,00
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