Cristiani, mussulmani tutti i credi presenti nella Casa Circondariale sono riuniti
IL DIGIUNO SOLIDALE DEI DETENUTI DI SANTA BONA
Nel giorno di Pasqua doneranno i loro pasti alla Caritas Diocesana

Un dono che spesso viene offuscato dal dilagante consumismo che ci porta a considerare la Domenica di Pasqua festa delle uova di cioccolato e delle colombe.
Ci sono però volte in cui pensare che quegli Ultimi verso cui Gesù ha riversato tutto il suo Amore, quei sconfitti dalla vita, quelli che sono, per noi, più lontani dalla Grazia ne sono invece immersi.
In questa Settimana Santa vogliamo dare spazio all'iniziativa degli Uomini detenuti (Uomini con la "U" maiuscola!) cristiani ma anche mussulmani, della Casa Circondariale di Santa Bona a Treviso, che hanno deciso di donare i loro pasti pasquali alla Caritas Tarvisina perchè li dia ai bisognosi.
Un digiuno solidale che unisce cristani e musulmani quando le immagini che ci sommergono dai media internazionali sono di diffidenza e odio.
Questa la lettera di cui ringraziamo le Persone ristrette a Santa Bona e che speriamo abbia ampia diffusione:
In occasione della festa di Pasqua dove si festeggia la Resurrezione, noi Detenuti della Casa Circondariale S. Bona di Treviso, sia cristiani che mussulmani o di altri credi religiosi, abbiamo aderito a un digiuno per fare un’opera di solidarietà con chi ha ancor meno di noi.
Tutto il cibo che normalmente sarà distribuito il giorno di Pasqua all’interno del nostro istituto, sarà interamente donato alla Caritas Diocesana della Città di Treviso affinché provveda alla distribuzione alle persone bisognose.
Con questo gesto non cerchiamo nessuna gloria o redenzione, per noi la gratifica è la felicità interiore che questo gesto potrebbe creare in chi lo riceve, facendo emergere dentro di noi quella parte buona che tutti nascondiamo e che spesso e volentieri tendiamo a mascherare per orgoglio o per dimostrazione di appartenenza a una società che ci pilota verso il branco tralasciando il singolo.
Ci auguriamo che questa nostra iniziativa sia resa pubblica al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica verso le persone che normalmente non sono in primo piano quando la loro vita è oscurata dai muri che circondano questi Istituti di pena e che ledono le dignità umane.
I Detenuti di Treviso