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Lo stoccafisso amato dai vichinghi protagonista a Ca' della Nava
IN SAOR, NEL RISOTTO O ALLA VICENTINA, IL BACCALĂ€ RE DELLA TAVOLA
I segreti svelati da Michele Mastro, nuovo chef de "Le serre"


Ecco parte della nostra conversazione:
Lei signor Mastro dice di essere lucano.
"Già, amo così definirmi. La Lucania è la Regione storica, antica, territorio in cui le genti italiche di lingua osca, si stabilirono a partire dal V secolo a.C.; una tribù bassa di statura, ma forte e laboriosa. Ora la regione è conosciuta come Basilicata, io sono affezionato alle origini".

“Intanto ho famiglia a Mogliano, e poi, come le ho già detto, sono stato anche troppo all’estero. Ne sono orgoglioso, perché ovunque abbia collaborato, ho aiutato gli ambienti a crescere, a incrementarne la stima. Ho conosciuto Luigini Conti, persona speciale, e quando ho visto il posto, ho capito che era quello giusto per me. Ho lasciato Londra, sono atterrato qui in questo ambiente bello, importante, che meritava attenzione. E poi, nel dare una mano, appago anche la mia soddisfazione personale. I golfisti che di qua passano, son gente per bene, ed è di questi che voglio prendermi cura, anche in conformità al desiderio di chi ha il governo del Club. Quando si fermano a mangiare qui, anche per un rifocillarsi veloce, intendo che lascino il locale del tutto soddisfatti. Non guardo la persona più o meno importante, per me a tutti dev’essere riservata uguale attenzione; quello che mi auguro è che l’impegno sia capito”.
Parliamo un po' di cucina, in particolare del baccalà. Lavora con il merluzzo salato o con lo stoccafisso?
“Sempre con stoccafisso, il merluzzo artico di origine norvegese, essiccato al vento”.
È Il metodo più antico di conservazione del pesce, che gli fa mantenere il suo sapore e le proprietà nutrizionali; era l’alimento principe dei vichinghi, che affrontavano i lunghi viaggi in mare. Mi dica quindi, lo mette lei in ammollo?
“Sì, certo, tolta la vescica natatoria che trasmetterebbe sapore non buono, lo metto in acqua fredda per più giorni, rinnovando l’acqua ogni sei ore”
E "ali bianche", cosa s’intende con questo nome?
"Ultimata la stagionatura sotto sale, il pesce viene sistemato su telai e fatto essiccare in speciali tunnel ad aria calda per circa una settimana. Il processo conferisce al Baccalà un sapore più deciso, e un colore più chiaro".
Lei è uso preparare il pesce crudo?
"Il pesce crudo è solo per ordinazione, perché ha bisogno di essere abbattuto".
Cosa vuol dire abbattuto?
“Va tenuto per due giorni a meno 20° di temperatura e subito servito,

E l’altro pesce? La carne? Il pane, visto che prepara da sè anche quello?
"Oh sì sì, il pane, la pasta, i dolci! Come può vedere - e mi ha fatto scorgere un po' tutte le pietanze in preparazione - mi rifornisco esclusivamente di pesce, carne, verdure, farine, di primissima qualità, che lavoriamo qui dentro. Non mi approvvigiono assolutamente di prodotti semilavorati. Voglio la freschezza, la genuinità, che permettono di servire piatti gustosi che non appesantiscono. Ora ho anche predisposto i contenitori per allevarmi qui le erbette aromatiche. Cosa da poco, ma bisogna lavorare col cuore. Tengo tanto all’igiene, massima pulizia, e sono severo con la troupe di cucina".
Come saranno le prossime cene a tema?
"Ci stiamo pensando, quelle adatte all’ambiente e alle stagioni. Di sicuro, tra un po’ i bolliti".
I gusti evolvono, come si tiene aggiornato?
“In seminari, che vengono tenuti a Chioggia, frequento corsi di aggiornamento veneti. Ma mi lasci dire: come per l’architettura, così anche per la cucina, la vecchia è sempre la migliore. Mi consenta un paragone, metta a confronto il ponte di Calatrava con altri ponti veneziani, anche senza pensare a quello di Rialto, basta quello degli Scalzi…. Pensiamo poi alla bistecca, ancora oggi la migliore è quella cotta sulla brace. Per vivere una pietanza, dobbiamo tornare alle nostre origini”
Grazie per avermi concesso un po’ del suo tempo, le auguro buon lavoro. È stata una conversazione interessante, ho avvertito la sensazione di aver avuto difronte un artista.
Paolo Pilla


