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Palladio, Vivaldi, il Galateo, la parola ciao: tanti contributi alla cultura mondiale
DA OMERO AI GIORNI NOSTRI, TRE MILLENNI DI CIVILTÀ VENETA
Ripercorriamo la storia di un territorio e del suo popolo

A mio avviso però, l’origine maggiormente attendibile, ricca di riscontri, è quella che fa risalire la loro provenienza a una regione dell’Asia Minore, la Paflagonia, area a nord dell’attuale Turchia ai confini con la terra delle Amazzoni e

Maestri nelle produzioni bronzee e fittili, erano famosi in particolare nella fabbricazione delle situle. Orgogliosi e battaglieri, non cercavano lo scontro, sapevano difendere pacificamente il proprio territorio, particolarmente nei confronti dei vicini Celti, con i quali promossero l’integrazione. Così avvenne anche con i Goti, i Longobardi, i Franchi. I nuovi arrivati, sempre numericamente inferiori, assorbirono la formazione intellettuale e la lingua. Nel corso del secolo VIII a C. i Protoveneti costituirono Innumerevoli nuovi insediamenti nell’attuale

Devoti di alcuni dei, in particolare della dea Rejtija, bruciavano i loro morti su pire, raccoglievano le ceneri in urne di terracotta che interravano in arche di pietra. Il tiglio era l’albero sacro attorno al quale si raccoglievano i saggi per le loro decisioni importanti. Sempre dai latini, sappiamo che avevano grande considerazione e rispetto per la donna.
uperato il primo impatto dell’insediamento, diedero origine al gruppo etnico dei Veneti. Il loro territorio di stanziamento fu la “Venetia”, che si estendeva dalle coste dell’Adriatico comprese tra il Timavo e il Po; lungo il corso del Piave arrivava al Cadore, e a occidente fino al Lago di Garda. Virgilio attribuisce ad Antenore la fondazione di Padova, ben cinque secoli prima di Roma; con Diomede fondarono Spina e anche Adria, l'importante città portuale. Nel corso del X secolo si espandono a Treviso, Oderzo e Concordia.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, cui segue la calata di Longobardi,

Seppur reduci da due guerre mondiali sostenute a baluardo dell’Italia con migliaia di caduti, in breve tempo, per la loro natura laboriosa, dote ereditata dagli Éneti, sono riusciti a doppiare la boa, e diventare una delle regioni più benestanti e sviluppate della Nazione.
Al termine di questa sintetica storia, è il caso di riassumere alcune caratteristiche dei Veneti, popolo dalla cultura millenaria, senza pensare che questo emerga da connotazione politica, né tantomeno che significhi sminuire la grande importanza di Roma, che a pieno titolo ebbe a essere “Caput mundi”. Semplicemente, queste mie note intendono tener viva la conoscenza dei Veneti che, laborioso e mite popolo, ebbe anch’esso molti primati nella storia.
Consapevoli dell’importante civiltà veneta antecedente alla loro, i Romani non conquistarono mai i Veneti con la forza, si adattarono alla loro civiltà, e fu loro desiderio averli alleati. Con i loro soldati i Veneti respinsero Annibale, e per ben tre volte ebbero a salvare Roma: contro i Galli, e durante la guerra civile.
Tra i famosi personaggi storici veneti va ricordato lo scrittore Tito Livio (padovano), che in dieci volumi scrisse la storia di Roma (della quella ci hanno insegnato a scuola la fiaba di Romolo e Remo), in cui ci tramanda le origini del popolo veneto, e l’arrivo di Antenore. Non è da dimenticare Catullo (veronese), dal tumultuoso impeto lirico, che fu l’amante di Lesbia. E Marco Polo? Ancora oggi si cercano notizie sul suo “Milione”, relative alle civiltà che lui scoprì.
Allora vale la pena di ricordare che: furono i Veneti a inventare la prima nave con i cannoni ai lati, la (Galeazza); “l’abaco”, il testo di algebra più antico al mondo, si trova a Treviso; il primo orologio a ingranaggi fu fatto a Padova; a scoprire l’America per primi sembra siano stati i veneti, i fratelli Zeno nel 1390, prima di Colombo, il quale poté giungervi grazie alla “carta da navegar” veneta (alla biblioteca Marciana c’è il testo originale pubblicato dal pronipote Nicolò il Giovane, che descrive la navigazione dei due mercanti); il canale di Suez fu progettato dai Veneti; il primo stato al mondo ad abolire la schiavitù fu la Serenissima; per scappare all’inquisizione Galileo Galilei si rifugiò in Veneto; - il cosiddetto “Graticolato Romano”, la griglia di strade, in realtà è di origine Venetica; il famoso “Galateo” fu scritto a Treviso, sul Montello, nell’abbazia di San Eustachio.
L’elevata cultura veneta, del resto, ha dato al mondo grandi artisti tuttora celebrati: nel ‘500 abbiamo prodotto quel gigante architetto che fu Andrea Palladio: le Ville Venete sono vasta espressione di arte e civiltà; dalla tradizione arriviamo a Carlo Scarpa. Nel ‘500 Tiziano rinnovò il modo di esprimersi della pittura, portando con sè un oceano di grandi: Giorgione, Tiepolo, Tintoretto,

E la musica? Benedetto Marcello, Salieri, Vivaldi erano veneti, il pianoforte fu inventato a Vicenza.
Il veneto è una lingua! La lingua e l’alfabeto sono stati reperiti dagli scavi effettuati a Este, ed è stata la prima lingua “volgare” dello Stivale: il primo documento si trova nel codice LXXXIX della Biblioteca Capitolare di Verona, in un misto di Veneto e Latino medioevale. la scrittura venetica fu creata, in contemporanea con l’etrusco, oltre 2500 anni fa. Si possono ammirare le tavolette bronzee atestine al museo nazionale di Este. Parecchie iscrizioni su bronzo, su pietra o sassi, si possono osservare nei musei di Padova, Pieve di Cadore, Treviso, Vicenza.
Il dialetto veneto è tanto ricco da permettere a qualsiasi espressione della lingua italiana di essere tradotta in dialetto veneto. È stato vera e propria lingua, per averne avuto la funzione: durante il periodo della Serenissima, nella diplomazia, con gli ambasciatori di tutto il mondo.
Nell’elencare i più grandi artisti veneti, non va dimenticata l’eccellenza nell’”ars amandi”: il veneto “Casanova”. Vorrei terminare queste mie riflessioni con una voce veneta, la più diffusa al mondo, entrata nel vocabolario di moltissime lingue: “ciao”.
Paolo Pilla