ASCOLTA IL SERVIZIO ON-LINE | ![]() |
Docente e preside del Cerletti, ha contribuito a far nascere l'enologia moderna
CONEGLIANO RICORDA LUIGI MANZONI A 50 ANNI DALLA MORTE
Un concorso celebra "l'agronomo degli incroci"

Di Luigi Manzoni genetista, ricercatore, studioso di patologia vegetale, insegnante e preside delle Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano fondata nel 1876, primo e a lungo unico Istituto, si può scrivere un grosso tomo. Nell’obiettivo del miglioramento genetico della vite, Luigi Manzoni s’immerse nello studio dell’anatomia della vite, e delle sue patologie all’apparato radicale e fogliare, anche riguardo alla potatura. A lui deve la fama quella scuola, che fu indispensabile riferimento per la preparazione di studiosi ricercatori, e per la diffusione della cultura sulla vite e sul vino, non solo in Italia, ma nel mondo.
Del Manzoni, "l’agronomo degli incroci", ricorre il cinquantenario della scomparsa (1888-1968). Nel desiderio di commemorarne l’importante figura, punto di riferimento per tutte le scuole di enologia e per i produttori vitivinicoli, l’Istituto Cerletti ha promosso alcuni eventi tra i quali questo concorso. Nel 2016, per l’impegno di insegnanti, di studenti e di ex studenti, la Scuola gli ha dedicato un museo, all’interno dell’Istituto “Cerletti”, visitabile. Testimonia le sue ricerche nel campo della vite, e lascia un’eredità scientifica dell’illustre scienziato, guida della più famosa scuola di enologia italiana.
Il concorso enologico cui ho partecipato per la valutazione dei vini, ha lo scopo di portare a conoscenza del pubblico le produzioni ottenute da incroci del prof. Manzoni, in cui la Commissione abbia espresso una valutazione superiore all’ottanta su cento. Non sono in grado in questo momento di poter comunicare

La vite e il vino: i nostri progenitori trovarono la vite già presente sulla terra, ma dobbiamo arrivare all’homo sapiens per cominciare a conoscerla; la prima vinificazione si ritiene prodotta 5.000 anni fa. Ne parlarono gli scrittori latini tra cui Catone, Virgilio, Orazio. Col passare dei secoli sono state poste alcune attenzioni alla vite, nell’800 Charles Darwin ne studiò l’origine della specie, ma questo non valse a significare una enologia di più soddisfacente livello. Sempre nell’800 arrivarono dall’America l’oidio e la peronospora, poi la fillossera, la vigna continuava a essere coltivata alla buona, l’uva era vinificata senza cognizioni scientifiche, il vino difficilmente conservabile. Di quello che riusciamo a bere oggi, tanto merito va appunto al professor Manzoni, che contribuì a far nascere l’enologia moderna.
Ho già avuto occasione di partecipare come giurato a concorsi sui vini. Questo al Cerletti era per me speciale, per le ragioni espresse in apertura. Delle numerose commissioni insediate composte di enologi e da alcuni giornalisti, ho fatto parte della n° 4, prevalentemente dedicata agli spumanti, salvo un paio che erano secchi. Diciannove vini, tutti rigorosamente frutto di ibridazioni studiate dal Manzoni. L’ambiente, le persone, la moderazione dell’agronomo Enzo Michelet, tutto significava compostezza, ed è con impegno e serietà che ho dato il mio contributo; sono curioso di venire a conoscenza se il mio parere è stato conforme ai più legittimati e autorevoli conoscitori, se sono andato vicino a individuare il migliore.
Paolo Pilla

