UNIS&F supporta un centinaio di imprese nell’applicazione della normativa contro i “reati aziendali”
LEGGE 231, PRIMO PRESIDIO CONTRO LE INFILTRAZIONI CRIMINOSE
La presidente Carraro: "Imprese in grandissima parte sane"

In questo senso, la cosiddetta legge 231, e il modello organizzativo da essa previsto, possono favorire un controllo sia diretto che indiretto.
UNIS&F, la società di servizi e formazione del Sistema Confindustria che opera nelle province di Treviso e Pordenone, da tempo si è specializzata nel supportare le aziende nell’applicazione di questa normativa: “La 231 - spiega Pasquale Costanzo, che si occupa della materia per la società confindustriale – di fatto realizza una mappatura aziendale, aiutando così a evidenziare eventuali aree grigie all’interno dell’organizzazione, in cui si possono insinuare fenomeni illeciti, ma, al tempo stesso, pone l’attenzione anche su stakeholders, partner e fornitori dell’impresa, nonché sui nuovi soci che entrano nel capitale e può dunque contribuire a evitare intromissioni poco chiare”.
Il decreto legislativo 231/2001 individua una gamma di reati commessi da chi agisce per conto di una società e ne estende la responsabilità dalla persona fisica alla persona giuridica (cioè alla società stessa). Per evitare che ciò avvenga, è necessario implementare una serie di procedure, tra cui un modello organizzativo, un codice e un organismo di vigilanza.
UNIS&F, attualmente, cura la predisposizione e la gestione di questi processi per un centinaio tra imprese ed enti. “Il trend è in crescita - continua l’esperto -, nel recente passato se ne dotava soprattutto chi lavorava con la Pubblica Amministrazione, mentre ora la sensibilità si sta diffondendo soprattutto tra le medie aziende di svariati settori”.
L’ente è anche una delle poche realtà formative in Italia a poter vantare il “rating di legalità” (con un punteggio di due stelle +, su un massimo di tre). Si tratta di una certificazione assegnata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato a imprese o organizzazioni che dimostrino di operare nel rispetto di elevati standard di legalità e trasparenza.
“Il tessuto socio-economico locale continua a essere in larghissima parte sano - sottolinea Sabrina Carraro, presidente di UNIS&F - ma le recenti inchieste della magistratura e delle forze dell’ordine dimostrano che non si può abbassare la guardia. La prevenzione contro pericolose infiltrazioni deve partire proprio da ogni singola impresa e l’adozione di modalità operative come quelle prescritte dalla legge 231, rappresenta un chiaro segnale in questa direzione”.