Il figlio del macellaio ucciso dai Pac nel 1979 sorpreso dalla decisione dell'ex terrorista
BATTISTI AMMETTE GLI OMICIDI. SABBADIN: "SPERO NON SIA UNA STRATEGIA"
"Troppo tardi per perdonare chi ha ucciso mio padre"

VENEZIA. "L’ammissione da parte di Cesare Battisti degli omicidi commessi è un passo avanti, una conferma della sua colpa ma spero non sia una tecnica per ottenere benefici o sconti di pena". Adriano Sabbadin è figlio di Lino, il macellaio di Santa Maria di Sala (Venezia) ucciso dai Pac di Cesare Battisti il 16 febbraio 1979. Aveva 17 anni anni quando il commando fece irruzione nel negozio. Battisti era assieme a una donna e a un terrorista veneziano. Fu quest'ultimo a sparare per primo, Battisti colpì il macellaio quando era già a terra: "Fecero allontanare i clienti e poi spararono ancora. Crivellarono mio padre senza alcuna pietà". Adriano Sabbadin di quei momenti ricorda tutto: la scarica di proiettili, Il grembiule bianco intriso di sangue , le urla disperate della madre e l'auto verde con a bordo i tre terroristi fuggire via. Il padre era stato ucciso perchè due mesi prima aveva reagito ad una "esproprio proletario" sparando e uccidendo un rapinatore.
Si aspettava questa ammissione da parte di Battisti?
"Sinceramente no anche perchè recentemente si era dichiarato innocente".
E' un tassello per arrivare alla verità?
"L'ammissione degli omicidi è una cosa positiva che noi famigliari delle vittime attendavamo da più di 40 anni, credo sia il frutto di una riflessione fatta dopo l'arresto e l'estradizione ed è giusto che sia così".
La considera la resa definitiva o piuttosto una strategia?
"Io credo sia una strategia per ottenere qualche beneficio. E questo è un atteggiamento che non condivido nel modo più assoluto. I magistrati faranno il loro lavoro ma credo sia importante che oltre l'ammissione Cesare Battisti faccia anche i nomi di tutti i complici".
Battisti ha detto: "Pensavo fosse una guerra giusta, anche se ora mi sembra una follia", che effetto le fanno queste parole?
"Guardi, per me è stata una follia da subito, una follia durata 40 anni durante i quali ho cercato di conoscere la verità e di ottenere giustzia. Battisti pensava di essere in guerra ma mio padre non era un soldato e io l'ho perso per sempre".
Dopo questa ammissioni cambia la sua considerazione su Battisti e la sua detenzione?
"Non cambia nulla, Battisti deve scontare la sua pena per intero. In fondo è rinchiuso in cella solamente da pochi mesi".
Riuscirà mai a perdonare chi ha ucciso suo padre?
"No, se Battisti avesse collaborato con la giustizia un pò di tempo fa forse avrei considerato la possibilità di una riconciliazione. Ma adesso no, ormai è troppo tardi, mi dispiace".
Danilo Guerretta