Parla il ragazzo del Burkina Faso insultato durante una partita di calcio.
ANDREW E QUEGLI INSULTI CHE L'ARBITRO NON HA SENTITO
"Vorrei che questa vicenda si chiudesse con le loro scuse"

TREVISO. "Ho deciso di tornare ad allenarmi perchè è l'unico modo per dimenticare in fretta e superare lo choc". Andrew (nome di fantasia) arriva al campo sportivo di Silea mezz'ora prima dei compagnia di squadra: "Speravo di diventare famoso come giocatore e non per quello che è successo in campo", dice accennando ad un sorriso. Andrew ha 14 anni, frequenta la prima superiore in un istituto tecnico ed è originario del Burkina Faso, domenica scorsa durante la partita del campionato Giovanissimi fra Treviso e Miranese è stato preso di mira da due avversari con minacce e frasi razziste.
Cosa è successo?
"Tutto è cominciato con un fallo di gioco e con l'avversario che mi dice "negro di m.", quella frase non l'ho sentita subito, è stato un mio compagno a riferirmela"
E' stato l'unico episodio?
"No, al rientro dagli spogliatoi per il secondo tempo si sono avvicinati in due, mi hanno ripetuto quella frase ed hanno aggiunto "adesso ti sotterriamo", poi hanno continuato a provocarmi per tutto il secondo tempo".
C'era anche i genitori sugli spalti che hanno sentito quelle frasi...
"Gli ho chiesto di ascoltare i genitori che chiedevano di smetterla con quelle brutte parole ma non mi hanno ascoltato, anzi uno di loro mi ha detto "dove sono i tuoi genitori, in Africa?". Sono state le parole che mi hanno ferito di più".
Tu come hai reagito?
"All'inizio ho pensato solo a giocare ma poi non ce la facevo più, ho atteso che l'arbitro fosse lontano e gli ho dato un pizzicotto sul fianco".
L'arbitro non ha visto nulla?
" Non ha visto il mio pizzicotto ma non ha nemmeno sentito quelle frasi nonostante il mio allenatore glielo avesse fatto presente durante l'intervallo".
Come vorresti finisse questa storia?
"Mi basterebbe una stretta di mano da parti di chi mi ha offeso o una telefonata di scuse, Il razzismo è anche frutto della maleducazione. Molto spesso noi ragazzi abbiamo davanti gli esempi negativi delle persone adulte".
Danilo Guerretta