La quindicenne nata e vissita ad Arzignano non ha la cittadinanza italiana
ALESSANDRA, LA CAMPIONESSA ITALIANA CHE NON PUO' ANDARE IN NAZIONALE
E' stata l'unica atleta a salire sul podio avvolta nel Tricolore

VICENZA. Ha vinto la sua seconda medaglia d'oro ai campionati italiani di Taekwondo, un'arte marziale che dal 2000 è anche disciplina olimpica ma non può rappresentare l'Italia nelle gare internazionali perchè non ha la cittadinanza. Alessandra Ilic, 15 anni compiuti il 18 marzo è nata a Arzignano, in provincia di Vicenza, da genitori serbi, frequenta il liceo e parla il dialetto come tutti i suoi amici. L'unica cosa che la differenzia dai coetanei è il metro e novanta di altezza. Sono i centimetri la sua arma in più quando combatte, quella che le ha permesso di ottenere 29 vittorie su trenta incontri disputati negli ultimi due anni. Domenica scorsa agli assoluti della categoria junior a Riccione ha sbaragliato le avversarie nonostante un problema fisico l'avessa costretta a saltare gli ultimi allenamenti prima della gara, bissando l'oro ottenuto nel 2018 a Olbia e quello vinto a Roma in occasione della Olimpic dream Cup. Nonostante i documenti dicano il contrario, Alessandra si sente italiana al cento e per cento e lo ha fatto vedere al pubblico quando è salita sul podio per ricevere la medaglia d'oro avvolta nel Tricolore, un gesto che nessun altro atleta ha ripetuto. Il suo palmares le permetterebbe di partecipare a mondiali ed alle olimpiadi giovanili ma il regolamento no. "Abbiamo scoperto che Alessandra non poteva rappresentare l'Italia nelle gare internazionali in occasione delle convocazioni agli ultimi Europei di Budapest – spiega il suo allenatore Roberto Gattazzo - . E' stata la Federazione a farci sapere che serviva la cittadiananza italiana, un vero peccato perchè la ragazza sta perdendo molte occasioni compresa quella di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo il prossimo anno". Dal 2016 in Italia esiste una legge che permette ai minori stranieri di essere tesserati presso le federazioni sportive italiane. La legge riconosce il principio dello ius soli sportivo ed è rivolta a tutti i minori che risiedono regolarmente sul territorio “almeno dal compimento del decimo anno di età”: per loro è prevista l’iscrizione alle federazioni “con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani”. La legge permette ai minori stranieri di fare sport, ma non dà la possibilità di essere inseriti nelle selezioni nazionali, per le quali è necessario avere la cittadinanza. Secondo i vertici di Accademia Team 2000, la società per la quale Alessandra gareggia non vale la pena di avviare le pratiche per chiedere la cittadinanza: "La nuova legge prevede un iter costoso e lungo almento tre anni – continua Roberto Gattazzo - . Tanto vale aspettare che Alessandra diventi maggiorenni ed acquisisca d'ufficio il diritto ad essere cittadina italiana, sperando che nel frattempo la Serbia non si accorga della sua bravura e ce la rubi". Ai campionati italiani di Riccione c'era anche il ct della Nazionale Claudio Nolano che un piccolo regalo ad Alessandra l'ha fatto: lei resterà nel giro degli Azzurri e verrà sempre convocata per i raduni in attesa della maggiore età. Qualcuno ad Arzignano non ha voglia di aspettare e vorrebbe scrivere alla Federazione perchè faccia pressione al Coni ed al sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti e conferisca la cittadinanza italiana per meriti sportivi. Alessandra, nel frattempo continua ad allenarsi, tre giorni in una palestra, altri due in un'altra, non è allettata dalle sirene serbe e nella tasca della borsa di allenamento custodsce sempre il Tricolore.
Danilo Guerretta
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