La lettera a forma della presidente dell'associazione dei sindaci Mariarosa Barazza
"PREOCCUPATI E FRUSTRATI..." I SINDACI SCRIVONO A MATTARELLA
a nome dei 94 Sindaci trevigiani che l'Associazione da me presieduta rappresenta, sono a rivolgerLe un accorato invito ad ascoltare la crescente preoccupazione e il senso di frustrazione degli Amministratori di questo territorio. Mi permetto di formulare questa richiesta perché è forte la sensibilità istituzionale che Ella ha sempre manifestato nei confronti dei Comuni della nostra Repubblica, specie quelli di minor dimensione demografica.
Da anni le nostre Amministrazioni stanno conducendo una incessante battaglia per tutelare le legittime aspettative delle comunità locali di questo territorio, per far capire al Parlamento e al Governo la pesante condizione di sofferenza in cui versano gli Enti locali, i quali nonostante la drammatica carenza di personale, i tagli delle risorse, il progressivo svuotamento dell'autonomia loro garantita dalla nostra Carta costituzionale, grazie alla dedizione e allo spirito di sacrificio di Amministratori e dipendenti riescono comunque ad essere virtuosi, nonché punto di riferimento essenziale per i cittadini.
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Ci siamo battuti negli ultimi dieci anni per una più equa e responsabile distribuzione delle risorse finanziarie e l’attuazione del "federalismo", per una più equa e autonoma gestione del personale che tenga conto delle specificità territoriali e per una reale semplificazione amministrativa. Purtroppo, tuttavia, continuiamo a registrare da parte del Legislatore nazionale una deriva centralista, la scarsa conoscenza dell'apparato organizzativo dei Comuni e soprattutto la mancanza di consapevolezza della potenzialità delle Istituzioni locali nel contribuire alla crescita complessiva del nostro Paese.
Non solo. 44 Comuni della Provincia di Treviso, a seguito di apposito ricorso promosso avverso la ripartizione del fondo di solidarietà del 2015, hanno visto riconosciute le proprie ragioni da una sentenza prima del Tar del Lazio e poi del Consiglio di Stato (la n. 2201 del 2018). Alla sentenza, passata in giudicato, non è stata ad oggi data volontaria esecuzione da parte dei Ministeri competenti (Mef, Ministero degli interni e Presidenza del Consiglio). Tant'è che la prossima settimana presenteremo il ricorso per l'ottemperanza, non avendo sortito alcun effetto, a un anno dalla pubblicazione della sentenza, gli innumerevoli inviti rivolti alle dianzi citate Amministrazioni di dare esecuzione a quanto statuito dal Consiglio di Stato.
Questa – mi lasci dire – è una sconfitta per tutti: per lo Stato che non rispetta le sentenze di un Organo giurisdizionale di questa Repubblica; per i Comuni che non possono mettere a bilancio quanto è stato riconosciuto di loro spettanza (circa 24 milioni di euro); per i cittadini che assistono impotenti al
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mancato rispetto delle regole da parte delle massime Istituzioni della Repubblica e alla mancanza di leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Mi chiedo: come possiamo chiedere ai nostri cittadini di osservare le leggi se poi è proprio lo Stato a non dar seguito a quanto deciso in una sentenza pronunciata in nome del popolo italiano?
Le ho portato queste istanze perché amo l'Italia e credo che se tutti facciamo la nostra parte potremo ridare speranza a questo nostro grande e meraviglioso Paese. Da Presidente di questa Associazione, da Sindaco per 10 anni del Comune di Cappella Maggiore e ora da Vice Sindaco che ha tentato di servire al meglio la propria comunità, da cittadina che avverte urgente la necessità di una nuova resistenza di fronte alla cultura della discriminazione, della violenza, dell’illegalità, Le chiedo di aiutarci secondo le Sue prerogative di rappresentante dell’unità nazionale.
Avrei voluto stringerLe la mano (mi è stato detto che per esigenze di cerimoniale non era possibile) per esprimerle sincera gratitudine e per dirLe che quanto ho scritto nasce dalla testa, dall'esperienza e soprattutto dal cuore di chi, come migliaia di altri amministratori locali della nostra straordinaria Italia, ha scelto e sceglie ogni giorno di servire la propria comunità con impegno disinteressato e passione.
Buon 25 aprile Presidente e grazie per quanto fa per l’Italia.
Il Presidente Mariarosa Barazza