Un centinaio di addetti delle coop rischiano il posto
"COSÌ SI SMANTELLA IL SISTEMA DELL'ACCOGLIENZA DIFFUSA"
I sindacati presentano al Prefetto le critiche al Decreto sicurezza

Sono le due principali conseguenze, a livello locale, del Decreto Salvini in materia di gestione dei richiedenti asilo denunciate dai sindacati, da vari enti e associazioni e da alcuni partiti politici. Ieri Cgil, Cisl e Uil, insieme ad Anpi, Arci, Articolo 1, Centro servizi volontariato, Coalizione civica per Treviso, Pd, Sinistra Italiana e Treviso Civica, hanno incontrato il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà, consegnandole una lettera aperta con le proprie posizioni e poi hanno dato vita ad un presidio in piazza dei Signori.
Se il prefetto ha assicurato che nessuno finirà in strada e che non c’è alcun allarme per la sicurezza, i promotori dell’iniziativa sottolineano come i tagli ai finanziamenti del settore azzerino servizi come l’assistenza psicologica, i corsi di italiano, la formazione professionale. Ovvero ciò che poteva favorire un inserimento concreto degli stranieri nella società, ribadiscono Mauro Visentin, segretario generale della Cgil Treviso, e Cinzia Bonan. leader della Cisl Belluno Treviso, non nasconde le critiche.
E la situazione potrebbe peggiorare, se nel prossimo futuro, con l’aggravarsi della crisi in Libia, giungessero nuove ondate di profughi, come ricorda Guglielmo Pisana, responsabile territoriale della Uil per Treviso e Belluno.
La seconda preoccupazione dei sindacati riguarda le ricadute per i lavoratori delle cooperative impegnate nell’accoglienza che, in seguito a questo ridimensionamento, perderanno il posto o vedranno ridursi il proprio orario. Almeno un centinaio gli addetti interessati, una quarantina solo alla Nova Facility, la coop che gestisce le ex caserme Serena e Zanusso, con le relative famiglie.