L'artista di origini venete è l'unico europeo invitato
LA PITTURA DI GIORGIO PICCAIA ALL'ARSENALE
La mostra "Pei's World" indaga i legami tra Cina e resto del mondo

Il progetto culturale e imprenditoriale è di Peishuo Yang, gallerista d’arte “con gli occhi a mandorla” che vive a Firenze, il cui intento è d’incrementare la comunicazione tra il mondo dell’arte cinese e quello italiano.
La mostra, “Pei’s World. A brief history of a Chinese gallery in Italy” è ambientata nello spazio Thetis all’Arsenale di Venezia, e sarà visitabile durante tutto il periodo della Biennale 2019, da sabato 11 maggio e fino al 24 novembre.
Giorgio Piccaia ha studio in Piemonte ad Agrate Conturbia (Novara), in Toscana Lido di Camaiore, in Puglia a Tuglie (Lecce), ed è appena rientrato da una sua personale ad Antibes. Ecco cosa scrive di lui il critico d’arte Luca Beatrice, curatore dell’esposizione: “Ci sono diversi modi di giungere alla pittura, Piccaia ha certamente scelto quello meno tradizionale e più eclettico, costruito su solide basi culturali e profonde interrogazioni. Nonostante la sua vena ipercontemporanea, nel linguaggio di Piccaia ritornano spesso parole che si rifanno alla tradizione classica: il logos, atto primario della conoscenza, sapienza, bellezza, forza, termini che sono celati, nascosti sotto la trama della sua pittura come fonti di ispirazione non dichiarate eppure sempre presenti.
Pur muovendosi tra installazioni e interventi tridimensionali, Giorgio Piccaia sente il bisogno, l’esigenza, la necessità periodica di tornare alla pittura dentro la dimensione del quadro. Un quadro costruito da trama, disegno, impronta, impreziosito da interventi polimaterici in grovigli che dimostrano come l’ispirazione desunta dall’informale astratto non abbia assolutamente finito la propria corsa. Rifiutando immagini troppo frontali, in un tempo dove l’abuso dell’icona è sotto gli occhi di tutti, Piccaia reinventa la pittura come uno spazio per pensare. Là dove il pensiero corrisponde alla libertà.

Giorgio Piccaia è nato a Ginevra nel 1955 ma con base in provincia di Novara. Già assistente di Corrado Levi, eclettico, versatile, negli ultimi anni si è concentrato sulla ricerca pittorica. Nel 2019 è stato invitato dall’Ambasciata Italiana in Egitto per un Murales all’interno della sede. Per inquadrare l’artista Giorgio Piccaia è indispensabile ripercorrere alcune delle numerose tappe del processo di formazione che lo hanno condotto a diventare un personaggio davvero interessante nel panorama italiano. Nato a Ginevra, studente di architettura e in particolare di Corrado Levi a Milano, negli anni Ottanta è performer, editore e attivista nel gruppo teatrale di Jerzy Grotowski.
La scelta di frequentare artisti prevenienti da tutto il mondo deriva dal desiderio di entrare in contatto con culture diverse. "Non esiste una verità unica - afferma Peishuo - dipende molto dal punto di vista e dalle interpretazioni. Chi viene da una cultura diversa vede le stesse cose diverse da te, lo trovo bello così. In fin dei conti è come arrampicarsi sulla torre di Babele, l’arte è un linguaggio universale che unisce le differenze".
Paolo Pilla
Crediti fotografici Melania Rocca (Giorgio Piccaia e Peishuo Yang) e Ahmed Barakat (Giorgio Piccaia nel suo atelier).