Le Ferrovie annunciano che l'alta velocità a Padova e Vicenza non è finanziata
VENETO SENZA TAV: "SCHIAFFO AL NORD CHE PRODUCE"
Gli industriali chiamano a raccolta Regione, comuni e province

«Se da un lato, abbiamo il dovere di una forte pressione su Fs perchè riveda i propri piani e allocazione di risorse, dall’altro dobbiamo anche interrogarci sulla nostra debole capacità politica di incidere sulle scelte e se l’approccio usato sia stato giusto e producente. Per troppo tempo tante opere sono state bloccate o ritardate e ad oggi non sono nemmeno cantierate, per la cronica frammentazione del Veneto e la mancanza di condivisione su scelte importanti (per esempio, nodo AV di Vicenza, tracciato oltre Venezia). Dobbiamo prenderne atto e cambiare passo, abbandonare particolarismi controproducenti, dare prova di unità di intenti per essere credibili, avere forza negoziale e attrarre investimenti. Capacità di progettare in una dimensione di area vasta, che va oltre il campanile, e stringere alleanze per liberare le energie del Nord industriale. È su questo terreno che è chiamata a cimentarsi la classe dirigente di questo territorio».
«Nell’immediato, e nel rispetto di prerogative e ruoli, siamo pronti a chiedere un’interlocuzione con Fs per comprendere le ragioni di queste scelte e sollecitare ogni possibile soluzione e riallocazione di risorse. Alla Regione del Veneto, al Comune e Provincia di Padova e al sistema camerale, che proprio domani terrà a Padova un importante momento di confronto sulle infrastrutture per la competitività, chiedo di sostenere con forza queste ragioni e di assumere un’iniziativa unitaria e ufficiale di confronto a Roma». Così Massimo Finco, Presidente di Assindustria Venetocentro, dopo la presentazione del piano industriale 2019-2023 da parte del gruppo Fs e le ultime decisioni sul sistema ferroviario e logistico.
«La dotazione infrastrutturale e logistica - continua Finco - è una condizione imprescindibile per la crescita di un’area a vocazione manifatturiera come la nostra, che è posizionata in un punto nevralgico dei flussi economici verso gli altri paesi europei, verso i quali è indirizzato il 63% delle nostre esportazioni. Crediamo che investire in infrastrutture e logistica sia un’assicurazione per il futuro del Veneto e una delle chiavi di volta per il rilancio dell’economia nazionale e locale nell’attuale congiuntura economica. Ma deve essere fatto con un’azione determinata e continuativa, investimenti e tempi certi, coinvolgendo i territori, a cominciare da quelli trainanti il resto del Paese, accelerando procedure e finanziamenti e monitorando i lavori avviati».