Ad accompagnarlo un team condotto dalla guida alpina trevigiana Alessio Nardellotto
IN CIMA ALLA MARMOLADA SFIDANDO LA DISABILITĂ€
L'impresa del 14enne brasiliano Getulio Da Silva
In seguito alla grave patologia che l'ha colpito, i medici avevano previsto che Getulio non avrebbe mai potuto camminare. A sette anni, invece, riesce a muovere miracolosamente i suoi primi passi e poi impara presto a giocare a calcio come il suo mito Neymar e perfino a correre nonostante le notevoli difficoltà motorie.

Dopo quattro anni di preparazione e dopo il benestare ricevuto dai medici, Getulio è finalmente arrivato nelle dolomiti per tentare questa grande sfida.
Con pochi giorni a disposizione e una piccolissima finestra di bel tempo, il team,seguito anche dal fotografo Stefano Fabris, alle sei del mattino del 21 aprile ha lasciato l'ospitalità del Rifugio Pian deiFiacconi per tentare la salita alla montagna che si trovava in condizioni prettamente invernali.
Dopo 5 ore di camminata nella neve profonda e dopo avere attraversato il ghiacciaio della Marmolada, Getulio ed i suoi compagni sono arrivati alla base del tratto chiave della salita. Un muro di neve e ghiaccio da scalare con piccozza e ramponi li separava dalla cresta finale che li avrebbe poi portati fin sulla cima a Punta Penia a 3343 metri. "Mi sento bene, sono felice e voglio continuare", è sempre stata la sua risposta quando i compagni, preoccupati per il grande sforzo che gli vedavano compiere, gli suggerivano di tornare indietro. Ma anche quell'ultimo difficile ostacolo viene superato un passo alla volta e dopo quasi nove ore dalla partenza il team condotto dalla guida Alessio Nardellotto si avvicina alla croce posta sulla cima.

"Che bella vita" , esclama infine Getulio dal tetto delle Dolomiti, rompendo così il silenzio dovuto alla commozione che aveva colto i suoi compagni di avventura.
Un sogno diventato realtà ma anche un'ispirazione per tutti, insegnando che tutto è possibile e che la forza d'anima e l'amicizia possono portare a raggiungere traguardi inaspettati.
L'impresa di questo giovane ragazzo Brasiliano ci ricorda come l'accessibilità sia un valore imprescindibile per le nostre montagne che proprio quest' anno festeggiano i dieci anni dall'iscrizione delle Dolomiti tra i Patrimoni naturali dell'umanità.