In manette due anarco-insurezionalisti
BOMBE AL K3, DUE ARRESTI
il Procuratore: "Poteva essere una strage"
TREVISO. E' stato arrestato l'uomo accusato di aver posizionato due ordigni nella sede della Lega Nord di Treviso lo scorso 12 agosto. Si tratta di Juan Antonio Fernandez Sorroche, militante anarchico-insurezionalista di origini spagnole, residente da anni in Trentino Alto Adige. Era latitante dalla primavera del 2017 per sfuggire a un ordine di arresto del tribunale di Torino a seguito di alcune condanne per attentati e episodi di terrorismo. Gli agenti della Digos di Treviso e Venezia gli stavano dando la caccia da mesi, grazie alla collaborazione della polizia spagnola sono riusciti a risalire alla rete di fiancheggiatori che lo ha aiutato durante la latitanza. E' stato arrestato il 22 maggio mentre si aggirava per i boschi di Marmentino, piccolo paese collinare in provincia di Brescia dopo che si era incontrato con Manuel Oxoli, anarchico bresciano di 38 anni, finito anch'esso in manette per favoreggiamento. Le indagini sono partite dall'analisi di un volantino apparso sul web nel quale la cellula anarchica "Haris Hatzmihelakis" rivendicava l'attentato alla sede della Lega, una traccia di Dna rinvenuta sull'ordigno ha fornito la prova schiacciante, facendo scattare la caccia all'uomo. Per settimane decine di agenti in borghese hanno setacciato boschi e sentieri delle colline bresciane, di giorno e di notte grazie anche a visuri notturni e binocoli ad alta precisione. Gli agenti, quando Sorroche è sbucato da un bosco nel tentativo di attraversare la strada lo hanno circondato, quindi sono scattate le manette nonostante un timido tentativo di fuga. E' accusato di strage e di attentato con finalità di terrorismo, gli investigatori ritengono che sia stato ideatore e organizzatore dell'attentato di Treviso. Due bombe artigianali, costruite con pentole a pressione riempite di chiodi e polvere pirica. Il primo ordigno, scoppiato nel cuore della notte era una trappola per attirare le forze dell'ordine: "Al loro arrivo un filo trasparente posizionato su una scala avrebbe dovuto far esplodere le seconda bomba e provocare una strage", ha confermato il procuratore antimafia del veneto Bruno Cherchi. Dopo i due arresti le indagini negli ambienti anarco-insurezionalisti italiani continuano alla ricerca dei complici: si cercano soprattutti i basisti, persone che ben conoscevano il luogo dell'attentato situato in un area artigianale e che forse sapevano che nonostante i cartelli, le telecamere di sorveglianza non erano presenti. «I miei complimenti e i miei ringraziamenti agli investigatori ed alla magistratura che ha seguito questa partita». Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, commentando l'arresto del presunto attentatore . L'individuazione del responsabile «toglie inquietudine» ha concluso Zaia.
Danilo Guerretta
