Il vice sindaco di Villorba rilancia l'idea del referndum del 2014
VILLORBA E POVEGLIANO, TORNA L'IPOTESI DELLA FUSIONE
"Nei piccoli centri si fatica anche a trovare un candidato sindaco"
VILLORBA. “Acquistiamo merce dal web, dialoghiamo con il mondo, non abbiamo confini e siamo integrati, nel bene e nel male in un villaggio davvero globale - dice Giacinto Bonan, vice sindaco di Villorba - e poi quando dobbiamo prendere decisioni moderne per rendere più efficiente la vita della nostra Comunità ci mettiamo all’ombra del Campanile. Sono riflessioni che tornano spesso nel mentre si amministra, e che nascono da spunti di cronaca come il recente commento espresso in un’intervista su un giornale locale del prefetto di Treviso che in relazione alla incapacità di alcuni piccoli Comuni di esprimere più di un candidato sindaco con il rischio di un commissariamento, invitava le amministrazioni a valutare seriamente la strada delle fusioni”.
“A distanza di 5 anni dal referendum del 2014 che non portò alla fusione tra Villorba e Povegliano desidero sottolineare -continua Giacinto Bonan- che a quel tempo si polemizzò più sulla rosa dei nomi da attribuire al nuovo Comune che sui contenuti e che coloro che remarono in senso contrario non furono poi coerenti quando
i bilanci, causa della necessità di contenimento dei costi, dimostravano via via di non essere adeguati alle esigenze della comunità. Una fusione i cui presupposti erano stati avviati ben dieci anni prima, con una visione strategica davvero moderna, ci avrebbe invece fatto contare di più nelle relazioni territoriali con i Centri di Servizio
e aperto le porte a una serie di benefici di carattere economico: dalla priorità nell’accedere ai contributi regionali e a 10 anni di contributi statali, al risparmio determinato dalla rivisitazione della macchina organizzativa che neppure gli attuali servizi associati possono garantire perché soggetti a revisione al cambio di giunta.
E’ una riflessione opportuna - conclude Giacinto Bonan - che contiene anche una piccola provocazione per capire se finalmente si possa uscire dall’ombra del Campanile e conoscere chi sia ancora contrario all’efficientamento della macchina organizzativa e alla riduzione dei costi della politica”.