La crisi senza fine del gruppo dell'abbigliamento
STEFANEL RINUNCIA AL CONCORDATO, SI VA VERSO L'AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA
Niente accordo con i fornitori, il cda presenterà istanza di insolvenza
L'azienda trevigiana, schiacciata da un pesante debito, quasi 89 milioni di euro, a gennaio era stata ammessa alla procedura di concordato preventivo in bianco. Il Tribunale di Treviso aveva concesso tempo fino al 15 aprile, poi prorogato al 14 giugno per presentare la proposta concordataria definitiva e il piano di rilancio.
Ma il consiglio di amministrazione di Stefanel, riunito oggi mentre il titolo è stato sospeso in Borsa, ha preso atto, come si legge in una nota, "della mancata definizione di un accordo con i propri stakeholders, dell'attuale assenza di altri interlocutori interessati a supportare la Società nella formalizzazione dell'ipotizzata proposta concordataria e dell'impercorribilità di ipotesi autonome di rafforzamento patrimoniale e ristrutturazione dell'indebitamento complessivo". Proseguire senza questi elementi, di fatto, avrebbe significato il fallimento. Da qui la decisione di rinunciare al concordato per avviare invece l'iter per l'amministrazione straordinaria. Primo passo, in questo senso, sarà il deposito dell'istanza per la dichiarazione dello stato di insolvenza al Tribunale.
Se la nuova procedura verrà concessa, a Ponte di Piave dunque arriveranno dei commissari straordinari, nominati dal giudice, con il compito di mettere a punto strategie di risanamento e riconversione. Gli esperti avranno 70 giorni per una prima valutazione sulla fattibilità dell'operazione, poi, in genere, da uno a due anni per completare il salvataggio. In caso contrario, si riaprirebbero le porte del fallimento.
Stefanel, oggi controllata al 71% dai fondi Oxy e Attestor, ha già in corso cassa integrazione per tutto il suo personale ed ha annunciato un riposizionamento della sue collezioni e una razionalizzazione della rete commerciale: i primi negozi sono già stati chiusi. (mz)