Stefano Canazza traccia il quadro per i prossimi anni all'indomani dalla sua rielezione
CONSERVATORIO STEFFANI, BIS DI CANAZZA
Sede, nuove professioni e polo universitario regionale: ecco le nostre prioritÃ
Con l'86,5% dei voti Stefano Canazza è stato riconfermato alla guida del Conservatorio Agostino Steffani. Un successo che arriva nei cinquant'anni di vita dell'università musicale nella provincia di Treviso
Direttore, la attendono altri tre anni di mandato, quali le priorità?
“Senza dubbio la sede. Siamo l'unico Conservatorio in Italia con una sede in affitto, spero davvero che il 2019 rappresenti l'anno della svolta. Poi dobbiamo trovare maggior radicamento nel territorio anche intensificando la produzione/eventi in ambito musica e cultura. Vorrei riuscire a innescare una dinamica che porti lo Steffani a diventare un polo culturale importante in ambito regionale
Il Conservatorio come è percepito dal tessuto urbano?
C’è ancora molto da fare in questa direzione. La Città, le organizzazioni di categoria, le associazioni temo non conoscano ancora appieno le potenzialità che una Istituzione come la nostra può esprimere per l’intera Città. Il Conservatorio è un importante snodo culturale, oltre che economico, se vogliamo (circa 500 studenti, affitti, residenze studenti, ecc.). Anche se il dialogo con le Istituzioni è ottimo, credo dobbiamo intensificare ulteriormente le collaborazioni e dialogare con gli enti di produzione a partire dal territorio ma non solo.
Come state articolando la didattica per raccordare mondo dello studio e mondo del lavoro?
Oggi per un musicista l'inserimento nel mondo professionale è molto complesso. Le opportunità sono davvero poche (noi cerchiamo di aiutare con le nostre attività gli studenti ad inserirsi). Per questo è fondamentale il collegamento con le attività di produzione (teatri, artigianato di settore, ecc.). Ma questo è un argomento che non può riguardare solo noi; la risposta potrebbe essere, ad esempio, l’attivazione di un ufficio placement consortile orientando i futuri professionisti verso il mondo del lavoro.
Il suo ruolo a Roma come consulente al Ministero è importante per far uscire Castelfranco dalla sua dimensione laterale?
Di sicuro ci aiuta ad essere continuamente aggiornati sulle novità del sistema universitario. Inoltre la mia presenza a Roma potrà rappresentare il territorio e l’intero sistema afam in Veneto; Non dimentichiamo il Consorzio fra i sette Conservatori e le possibili politiche unitarie che i sette Conservatori potrebbero mettere sempre maggiormente in campo sia in ambito didattico che amministrativo-organizzativo.
Quali sono i tempi per avere risposte in merito alla nuova sede?
Avere certezza sui tempi quando ci si riferisce agli ambienti governativi e “centrali” è cosa molto complessa. Credo che non saranno tempi lunghissimi in quanto lo stesso bando prevedeva delle scadenze precise anche sulla realizzazione dei lavori previsti, da bando, entro il 2022. Salvo, chiaramente, eventuali proroghe.
Il Conservatorio compie 50 anni, come si è trasformata l'istituzione?
Più che il Conservatorio di Castelfranco si è trasformato il sistema AFAM; Naturalmente soprattutto dal 2010 anche il nostro Conservatorio è stato in grado di adeguarsi ai cambiamenti; negli anni 80 i Conservatori erano completamente diversi come era diversa la percezione culturale e il ruolo sociale di queste istituzioni; oggi siamo istituti di “grado universitario”, dotati di personalità giuridica, di autonomia amministrativa, didattica, finanziaria e contabile, secondo un ordinamento giuridico del tutto simile a quello che regolava l’autonomia delle università e degli enti di ricerca.
Siamo il Conservatorio di due province. Treviso e Belluno per la prima volta diventano un polo musicale. Come immagina i prossimi 50 anni del Conservatorio?
Immagino un'istituzione con una propria sede a Castelfranco ma integrata in un Polo Veneto formato dai sette Conservatori, che manterranno i loro presidi territoriali, ma che avranno un’unica regia ed un’unica governance. Sotto questo profilo noi abbiamo già iniziato a ragionare in un'ottica più ampia. Siamo il Conservatorio delle due provincie (visto che Belluno non ha sede universitaria della Musica) e a favorirci è anche una collocazione geografica che abbraccia oltre alle provincie di Treviso e Belluno, la provincia di Vicenza, di Venezia e di Padova. Inoltre andranno via via considerati progetti strategici con il vicino Conservatorio di Udine per aprirsi a tutti quei paesi dell’est Europa e al corridoio che porta in Austria.