FELTRE - Martedì 18 giugno alle 21.00 il Teatro de La Sena di Feltre ospiterà “Il reggimento parte all’alba. Storia di Ottavio Sebastiàn” con Giuseppe Nitti, gran finale della rassegna teatrale dedicata a Dino Buzzati che il Circolo Cultura e Stampa Bellunese, con la collaborazione del Comune di Feltre e dell’Associazione Internazionale Dino Buzzati, ha promosso nella splendida cornice feltrina. Nitti, interpreterà la vicenda sotto la regia di Alessio Pizzech, accompagnato dalle musiche originali di Alessandro Panatteri.
“La storia di Ottavio Sebastiàn – spiega Giuseppe Nitti che ha riadattato il pezzo per il teatro - racconta di un viaggio, necessario, che ogni uomo, ad un certo punto della vita, deve intraprendere. Prepararsi al viaggio è tutto, e Ottavio sente il bisogno urgente di ritrovare ciò che negli anni ha perso, riscoprire i temi fondanti, antichi, della sua vita, e rivederla con occhi nuovi. Scritto da Buzzati a pochi mesi dalla morte, il testo parla degli ultimi istanti di vita di un uomo, il quale decide di recarsi per un'ultima volta nei luoghi cari, alla ricerca di un'orma rimasta al mondo della madre, morta da sette anni, ma secondo Ottavio ancora presente, in qualche forma, da qualche parte. Il reggimento parte all’alba, e durante la notte è possibile e necessario riscoprirsi uomini nel mondo, con una funzione, uno scopo, un senso. Ottavio è un uomo che sa di non poter partire se prima non ha recuperato i pezzi della sua anima, dispersa nella terra che lo circonda, tra le irraggiungibili montagne di vetro che da sempre lo osservano”.
“Questo racconto – conclude Nitti - ha una grande componente autobiografica, rispecchia il rapporto di Dino Buzzati con la morte, le persone e i luoghi.
È infatti uno dei suoi ultimi scritti, una sorta di testamento, nel quale, tramite questo viaggio alla ricerca del Sé, riscopre ciò che veramente conta nella vita. Sebbene il testo sia meno frequentato e conosciuto rispetto alla grande produzione dell'autore, ha una grande forza poetica, e portarlo in scena consente agli spettatori di scoprire aspetti molto forti benché meno noti del grande scrittore bellunese”.