Zaia: "Felice di aver auspicato l'ingresso in tempi non sospetti"
TREVISO ENTRA UFFICIALMENTE NEL TEATRO STABILE DEL VENETO
L'assemblea dei soci approva l'allargamento al Del Monaco
Secondo il presidente della Regione Luca Zaia, il voto favorevole: scongiura definitivamente una crisi strutturale del Teatro Del Monaco, segna l’allargamento della compagine dello Stabile e pone una seria ipoteca al ritorno del teatro pubblico del Veneto nella categoria dei Teatri nazionali dopo lo sciagurato episodio di un anno fa (quando lo Stabile è stato declassato, ndr)”.
Sono felice di aver auspicato in tempi non sospetti tale ingresso – prosegue Zaia –, concretizzatosi anche grazie alla generosa decisione dell’avvocato Luigi Garofalo, presidente di Cassamarca, che ha sostenuto nel suo CdA la restituzione a titolo gratuito della concessione del Teatro Del Monaco al Comune di Treviso. Tale atto ha permesso di completare un’operazione certamente complessa dal punto di vista istituzionale e delle sostenibilità finanziarie, cui la Regione ha voluto aggiungere il proprio apporto, rendendo lo Stabile la prima istituzione culturale per contributo economico regionale”.
Soddisfazione è stata espressa anche da Assindustria Venetocentro. “Un cambio di paradigma che non a caso proviene dal mondo della cultura e che dà impulso e forma a un unico progetto culturale metropolitano”, lo definisce il presidente vicario Massimo Finco
«È una notizia molto positiva per Treviso e per l’intera comunità dei territori di Padova, Treviso e Venezia – commenta Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro - assolutamente in linea con la creazione di uno spazio metropolitano che, come ho sostenuto in più occasioni, richiede peraltro una maturazione e una consapevolezza che vanno ben oltre l’ambito della sola rappresentanza, ma dovrà inserirsi all’interno di un ampio processo capace di coinvolgere l’economia, le istituzioni e la società civile dei nostri territori; di creare, progressivamente, maggiori livelli di collaborazione e integrazione, dai servizi alla mobilità delle persone alla cultura. Ma anche la capacità di rappresentare e “riconoscere” ciò che già esiste: un nodo metropolitano di fatto, definito da infrastrutture e flussi, che non ha corrispondenza con i confini amministrativi».