Botte e minacce in una scuola coranica a Pieve di Soligo
BOTTE AI BAMBINI DURANTE LE LEZIONI DI CORANO
Sindaco e Governatore si complimentano con le forze dell'ordine
PIEVE DI SOLIGO. Dovevano recitare a memoria i versetti del Corano, chi non li sapeva alla perfezione veniva pichiato con un bastone, costretto a digiunare o a stare riverso a terra con la faccia contro il pavimento. Una punizione accompagnata da insulti e minacce. "Ti taglio un orecchio", "Sei un bugiardo, andrai all'inferno" si sentivano ripeterei bambini tra i 5 e i 10 anni che frequentavano le lezioni di Corano dell'Imam di Pieve di Soligo. L'uomo, Omar Faruk, un 36 enne originario del Bangladesh non potrà più entrare nella sede della "Associazione culturale del Bangladesh" dopo che il Tribunale ha emesso la misura cautelare di divieto di dimora nella provincia di Treviso. A far scattare le indagini sono state le ripetute segnalazioni degli insegnanti della locale scuola elementare allarmati per i lividi e gli ematomi che i piccoli presentavano sul corpo. In alcuni casi i bambini in classe avevano delle crisi respiratorie e spesso lamentavano forti dolori al petto. Le insegnanti si sono rivolte ai servizi sociali del comune che hanno più volte tentato un approccio con i genitori i quali hanno sempre minimizzato quanto accadeva ai loro figli. Poi la segnalazione ai carabinieri che dopo mesi di indagini fatte anche di intercettazioni ambientali hanno fatto emergere le violenze e i soprusi ai quali erano costretti i piccoli. Le immagini delle telecamere nascoste nei locali del centro di preghiera hanno documentato ogni tipo di crudeltà: i bambini venivano picchiati con un bastone dalla punta triangolare ora posto sotto sequestro, al minimo sgarro venivano trascinati per i capelli e sbattuti per terra. A essere punite erano anche le femmine: durante le interrogazioni l'Imam le teveva ferme perchè non voleva che si muovessero e alla minima distrazione volavano sberle e colpi in testa. Il dolore e le punizioni aumentavano con l'età dei piccoli, le indagini dei carabinieri hanno evidenziato che l'imam si accaniva soprattutto contro un bimbo di quarta elementare che aveva particolari difficoltà nell'imparare i versetti in arabo, una lingua che non era la sua in quanto nato in Italia e da sempre inserito nelle scuole del nostro Paese. L'uomo non aveva nessuna pietà nonostante i lamenti e i pianti dispetati del bambino. I minori restavano con il loro "maestro" per tutto il pomeriggio, in qualche caso i genitori arrivavano a prenderli anche in tarda serata. Le indagini nonostante l'allontanamento del 36 enne non sono finite, i carabinieri stanno cercando di capire se oltre all'Imam ci sia altre persone responsabili delle violenze."L'importante - spiega il sindaco Stefano Soldan - è che l'incubo per i bambini sia finito". il primo cittadino si è complimentato con magistratura e forze dell'ordine per l'inchiesta condotto in poco tempo. Sull'episodio è intervenuto anche il governatore Luca Zaia: “Sono cose che a sentirle raccontare potrebbero perfino non sembrarci vere, da quanto sembrano riportarci in anni oscuri in cui i bambini erano alla mercè del maestro. Invece sono vere ma per fortuna, grazie ai Carabinieri di Vittorio Veneto, per questi piccoli malcapitati l’incubo è finito".