Alla ricerca di sponsor e sensibilizzazione per creare un progetto più ampio
IL PAPPAGALLO POTREBBE CURARE ANCHE L'AUTISMO
“Voliamo Esagerare” per ora niente pet therapy ma solo una fase di conoscenza dell’animale
“Siamo ancora nella fase di promozione del progetto - fa sapere il dottor Giorgio Zaramella, psicologo e responsabile del Progetto Sociale “Voliamo Esagerare”- Con l’aiuto di Maria Katia Danieli, co-ideatore del progetto e responsabile dei pappagalli stiamo promuovendo quello che ci auguriamo diventi un progetto terapeutico vero e proprio. Lo facciamo in luoghi come scuole, centri commerciali, piazze e, come ha fatto la signora Maria Katia Danieli a Monastier, anche in case di riposo. Ma non si può parlare ancora di pet-therapy con i pappagalli”.
Un Progetto Sociale con un duplice intento: il primo è quello di creare un gruppo di persone (staff) che ruoti attorno alla gestione dei pappagalli, anche attraverso l’aiuto pratico nella partecipazione agli eventi organizzati, e che permetta di unire nello stesso gruppo minori problematici, volontari, educatori e professionisti della salute.
“Per questo abbiamo creato presso la nostra sede a Musestre una “stanza dei pappagalli” appositamente attrezzata – fa sapere il dottor Zaramella- Il secondo obiettivo è quello di formare una equipe multidisciplinare secondo Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con Animali e successivamente richiedere al Ministero della Salute la possibilità di sperimentare il pappagallo come animale da Pet-Therapy (oggi non contemplato) al fine di sviluppare cure alternative soprattutto su patologie complesse come, ad esempio, i disturbi dello spettro autistico. La particolare curiosità che suscitano questi animali non convenzionali, permette di creare un ambiente favorevole e inclusivo nel quale poter affrontare, attraverso interventi psicoeducativi specifici, alcuni disturbi dello sviluppo altrimenti difficilmente gestibili, basti pensare ai Disturbi Dirompenti dell’Umore nei quali vi è spesso un netto rifiuto da parte dei giovani pazienti alle cure proposte. Ovviamente tutto questo rimane di competenza di operatori sanitari, psicologi ed educatori, che appartengono al progetto stesso. I pappagalli sono e rimangono un semplice mezzo di attrazione e non un mezzo di cura” ribadisce il dottor Zaramella.
Il progetto “Voliamo Esagerare” originario nasce nel 2014 dalla stessa Maria Katia Danieli come attività ludico-ricreativa con i pappagalli, quando tale attività non era normata dallo Stato Italiano e quindi non era soggetta alle disposizioni entrate in vigore sin dal 2015. Nel 2018, con il coinvolgimento di alcuni esperti nel settore sanitario e all’interno dell’Associazione “A casa di …” di Musestre di Roncade (TV) (che offre servizi psicoeducativi e di sostegno alle famiglie), l’attività con i pappagalli si evolve in “Progetto Sociale” .
“Quello che stiamo facendo ora è solo una fase di primo approccio con le persone che vengono a contatto con questi curiosi animali- ribadisce il dottor Giorgio Zaramella-. Il progetto “Voliamo Esagerare” sarà attuabile solo alla fine del percorso formativo che i vari operatori (psicologi, educatori, veterinari, coadiutori dell’animale) stanno effettuando ma che non hanno ancora completato. Per questo, allo stato attuale, non possiamo parlare di Pet-Therapy con il pappagallo. L’utilizzo del pappagallo, rispetto agli animali convenzionali (cane, gatto, cavallo, asino e coniglio) si giustifica per le sue caratteristiche uniche nel mondo animale: oltre a essere intelligente e simpatico riesce a manipolare gli oggetti, a pianificare azioni, a interagire con suoni che riproducono la comunicazione umana e tanto altro- ribadisce il dottor Giorgio Zaramella- Per la realizzazione di tutto questo servono risorse economiche che cerchiamo di raccogliere attraverso sponsor e donazioni; in questa fase proponiamo al pubblico degli incontri finalizzati alla presentazione del progetto, all’informazione e alla conoscenza del mondo del pappagallo. Le persone possono interagire con i nostri animali che non sono addestrati a fare numeri da circo ma sono abituati a convivere liberi con l’uomo e non in gabbia, al pari di qualsiasi animale da compagnia, permettendo così di farsi accarezzare o salire su un braccio” conclude il dottor Zaramella.