In Veneto si comincia tra 10 giorni con il Pinot, poi tocca al Prosecco
VENDEMMIA, SI PARTE CON IL BOTTO
Aumento record dell'export (+5,2%/
VENEZIA. “Anche se per la vendemmia è scoccata l’ora già al primo di agosto, per il Pinot Grigio coltivato in Veneto ci vorranno ancora una decina di giorni perché i grappoli siano pronti alla raccolta. Idem per lo Chardonnay e altre varietà utilizzate per la produzione di vini spumante”. Lo affermano i tecnici del servizio vitivinicolo regionale di Coldiretti che stanno monitorando la situazione tra i vigneti del territorio in molte zone ancora atterrati dalla grandine e in altre ripristinati nonostante il maltempo. “Per le uve Glera di cui alle denominazioni DO afferenti al Prosecco la scadenza è ancora più in là – commentano i funzionari – si parla della prima decade di Settembre. L’attesa è dovuta all’andamento climatico ballerino che non ha aiutato la fase vegetativa delle piante”.
Sarà comunque una festa – precisa Coldiretti – perché l’Italia celebra il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che fanno registrare un aumento del 5,2% rispetto allo scorso anno, quando avevano raggiunto su base annuale 6,2 miliardi di euro, la voce principale dell’export agroalimentare nazionale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo quadrimestre 2019 presentata in occasione del distacco del primo grappolo di uva nell’azienda agricola Massimo Cassarà in Sicilia presso Contrada San Giorgio a Salemi, in provincia di Trapani, che inaugura l’inizio della raccolta lungo la Penisola con la vendemmia delle uve Pinot grigio, le prime ad essere trasformate in vino.
Positivi sono anche i consumi degli italiani, sempre più consapevoli e attenti alla qualità e all’origine, che sono pari a 37,5 litri pro capite all’anno con una spesa delle famiglie cresciuta del +6,5% in valore nel primo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea Nielsen
Alta qualità e capacità produttiva – sottolinea la Coldiretti - spingono l’export delle bottiglie italiane che sono protagoniste di un vero a proprio boom nel Regno Unito dove sono aumentate del 10% con un incremento in valore 6% in Germania e del 3,2% negli Usa che si confermano il primo cliente. A preoccupare per il futuro – precisa la Coldiretti - sono però gli effetti della Brexit con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ma anche la guerra commerciale che Trump ha minacciato di scatenare nei confronti dell’Europa con un aumento dei dazi fino al 100% del valore che colpirebbero anche il vino italiano le cui spedizioni in Usa valgono 1,5 miliardi nel 2018.
A pesare sul successo del vino tricolore – spiega la Coldiretti – è anche il proliferare nei diversi continenti di falsi di ogni tipo con il Prosecco che guida la classifica dei vini più taroccati con le imitazioni diffuse in tutti i Paesi, dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. Senza dimenticare – rileva la Coldiretti – le vendite su Internet anche dei kit per il vino liofilizzato “Fai da te” con false etichette dei migliori vini Made in Italy che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.
“Occorre tutelare le esportazioni di vino Made in Italy di fronte ai numerosi tentativi di banalizzazione delle produzioni nazionali”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “oltre alla perdita economica, a preoccupare è soprattutto il danno di immagine che mette a rischio ulteriori e nuove opportunità di penetrazione dei mercati”.