Messaggio del Capo dello Stato alle famiglie delle vittime
63 ANNI FA LA TRAGEDIA DELLA MINIERA DI MARCINELLE
Tra i 136 italiani morti anche cinque veneti
Giuseppe Corso da Montorio Veronese, Dino Dalla Vecchia da Sedico, Giuseppe Polese da Cimadolmo, Mario Piccin da Codognè, Guerrino Casanova da Montebelluna.
A Marcinelle nel 63esimo anniversario della tragedia è una giornata di celebrazioni per non dimenticare la tragedia ma anche per ricordare che cosa significava lavorare in mniniera. Una vita fatta di sacrifici, sofferenze e tragedi oggi non più immaginabile. Alle cerimonie per la prima volta anche l'eurodeputato trevigiano Gianantonio da Re. Una visita istitutzinale ma anche un momento di dolore intimo e personae. A marcinelle per due anni aveva lavorato anche il padre, morto poi per silicosi. Erano gli anni del Dopoguerra, quelli dove dal Veneto in tanti emigrarono in cerca di fortuna. Alcuni la fecero, altri trovarono le risorse per sopravvivere e per poi tornare e creare il miracole del Nordest, altri ancora trovarono la morte. Storie di qualche decennio fa, ma che ai più giovani potrebbero sembrare lontanissime. Anche per questo è necessaario tenere alta la memoria. "Se noi abbiamo la fortuna di vivere in un territorio ricco, lo dobbiamo anche ai nostri padri e nonni che sono emigrati perchè nei loro paesi non c'era nulla e si faceva la fame - ricorda Gianantonio da Re - Le loro sono state vite di estrema sofferenza. Non era mai stato a Marcinelle, coi i mieri occhi ho capito cosa significasse fare quello che ha fatto mio padre. Gran parte della giornata in miniera anche a 900-1000 metri sotto terra e poi dormire nelle baracche senza nulla. Vorrei che tanti giovani potessero vedere questi luoghi con i loro occhi". Nell'anniversario della tragedia è intervenuto anche il Capo dello Stato Sergio Matterella con un lungo messaggio: "Nel giorno in cui si commemora il sacrificio del lavoro italiano nel mondo desidero riaffermare la più partecipe vicinanza ai familiari delle vittime di Marcinelle e degli altri tragici eventi che hanno coinvolto i nostri connazionali all’estero, morti o feriti sul lavoro, prestato in condizioni difficili, per un futuro migliore per le proprie famiglie.
La tragedia di Marcinelle, in particolare, è parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti. Il sacrificio di duecentosessantadue lavoratori, di cui centotrentasei connazionali, ci esorta a promuovere, oggi come in passato, migliori opportunità di lavoro e massime garanzie di sicurezza per tutti i lavoratori, in Italia, in Europa e nel mondo.
La tutela di tutti i lavoratori e la incessante promozione dei loro diritti costituiscono principi di civiltà irrinunciabili per ogni Paese e sono un obiettivo fondamentale nel processo di consolidamento della comune casa europea e dell’intera comunità internazionale".
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