Il 15 agosto si è rinnovata l'offerta del cero alla Madona Granda
"C'È CHI RINGRAZIA LA MADONNA, MA PER RAGIONI CHE NON TROVEREBBERO IL SUO CONSENSO"
Stoccata del vescovo a Salvini, durante la messa dell'Assunta

Secondo l’usanza è stato il sindaco Mario Conte, accompagnato da numerosi assessori, consiglieri comunali e rappresentanti delle istituzioni locali, a consegnare l’offerta votiva a nome della comunità, all’inizio della messa di suffragio celebrata dal vescovo Gianfranco Agostino Gardin nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Nella sua omelia, il presule, che a settembre lascerà la guida della diocesi al nuovo vescovo Michele Tomasi, nominato da papa Francesco, ha ricordato le origini della tradizione, nata per rigraziare per una vittoria militare e, in seguito, per la cacciata dei tiranni della città.
Ma monsignor Gardin ha voluto anche inserire un richiamo all’attualità: “Oggi sono altri i problemi o le vicende che ci preoccupano o che ci coinvolgono. E forse eventuali vittorie o realizzazioni della società non suscitano più il bisogno di esprimere gratitudine alla Madonna. Qualcuno, in verità, anche ad alti livelli istituzionali, è solito ringraziare la Madonna, ma, a quanto pare, per ragioni che non sembrerebbero proprio trovare il consenso o la protezione della Vergine, almeno quella vera, quella che il Vangelo, come il brano odierno, ci fa conoscere e riconoscere. Suscitando, tra l’altro, il disappunto o l’indignazione dei veri credenti”. Palese il riferimento al vicepremier e leader leghista Matteo Salvini e alla sua esibizione del rosario in alcuni recenti comizi.
Il vescovo ha anche invitato i fedeli ad ispirarsi alla preghiera di Maria – il cosiddetto Magnificat -, riportato nel vangelo. “Penso, in particolare, al bisogno e al dovere di ringraziare il Padre, guardando alla nostra città e alla nostra Chiesa trevigiana, per la presenza tra noi di tutti coloro che non si lasciano guidare dalla logica perversa dei forti e dei potenti che ignorano e addirittura schiacciano gli umili e i poveri, ma riconoscono e si prendono cura degli ultimi, dei sofferenti, dei piccoli, dei soli, dei rifiutati, dei disperati, di chi vive situazioni diverse di precarietà, solitudine, abbandono, sofferenza. Non mancano, anche nella nostra città, coloro che, con un cuore grande e generoso, in forme visibili o nascoste, a livelli più istituzionali o professionali o nell’intimità della loro casa, o nel volontariato, o comunque ponendosi in quelle realtà che papa Francesco definisce “periferie esistenziali”, si fanno “prossimi” verso i molti feriti dalla vita o sono resi emarginati. Tutto questo non sfugge allo sguardo paterno di Dio".
