Il capocordata spagnolo sostiene di non aver chiamato i soccorsi
CONTO DA 10MILA EURO PER GLI ALPINISTI: "NON PAGHIAMO"
Zaia pronto a far causa
AURONZO DI CADORE. “Per salvare quei due alpinisti gli uomini del Soccorso alpino hanno messo a repentaglio la propria vita, ora devono pagare e spero che il conto sia molto salato”. Il presidente del Veneto Luca Zaia punta il dito contro i due scalatori spagnoli rimasti aggrappati per tre giorni alla parete delle Tre Cime di Lavaredo a quota 2.700 metri. La coppia per due volte ha rifiutato gli aiuti e alla fine, non riuscendo a scalare gli ultimi 80 metri è stata recuperata da un elicottero arrivato da Bolzano.
Ora il servizio sanitario regionale è pronto a staccare una fattura a quattro zeri. La cifra esatta la sta determinando il Suem 118 di Pieve di Cadore, sarà compresa tra 8 e 10 mila euro, il massimo previsto dalla delibera del 1999 che stabilisce che gli interventi non sanitari devono essere a carico degli assisiti . “Sicuramente il costo dell’intervento sarà a loro carico perchè rientra nei casi in cui agli illesi è chiesto il ritorno delle somme dell'intervento, spiega il primario del Suem 118 Giovanni Cipolotti - Un caso del genere non mi era mai capitato, credo si possa parlare solo di stupidità e incoscienza”. A vigilare sull’incasso della fattura ci pensarò lo stesso Zaia che è pronto a mettere in campo i legali della Regione Veneto:“Devono pagare fino all’ultimo centesimo, sono pronto a corrergli dietro con gli avvocati finché non avranno pagato”. Incassare quei soldi sarà difficile per la Regione perché i due alpinisti (ancora sulle Dolomiti per qualche giorno) non hanno intenzione di pagare. "Noi non abbiamo chiamato nessuno, non paghiamo" - spiega il 45enne - "Non siamo assicurati - aggiunge -, ma nessuno ha richiesto l'intervento, quindi il caso è chiuso. Quello che ho letto in queste ore non è accurato: non abbiamo chiamato i soccorsi. Non c'era nessuna emergenza. Eravamo fermi per il maltempo, avevamo creato un bivacco e stavamo scendendo, con i nostri tempi, senza panico. E purtroppo non c'era copertura telefonica per avvertire mia madre". "Ma non siamo degli sprovveduti, come ci hanno dipinto - conclude lo spagnolo -, ma alpinisti esperti". L’importo poteva essere ben più elevato ma gli uomini del Soccorso alpino hanno considerato i quattro sorvoli effettuati da altrettanti elicotteri nel giro di tre giorni come un unico intervento. Nonostante la maxi multa le casse della sanità veneta ci rimetteranno perché i costi sostenuti sono almeno il doppio. “Sono stati tenuti in ballo 4 elicotteri, compreso un mezzo privato e quello del Suem 118 arrivato da Treviso – spiega Fabio Rufus Briston della direzione nazionale del Soccorso alpino . Una spesa di almeno 15mila euro, ma è una stima al ribasso. Un fatto di una gravità unica che non mi era mai capitato in vent’anni di servizio”. Secondo gli uomini del Soccorso alpino il comportamento dei due scalatori spagnoli è stato grave anche per il fatto di aver tenuto occupati alcuni mezzi di soccorso che potevano servire per altre emergenze. Come l’elicottero del Suem di Treviso che per intevenire in montagna, salvo poi tornare indietro dopo il primo rifiuto da parte dei due spagnoli, ha lasciato scoperte per due ore le province di Venezia e Treviso. Se in quel frangente fosse accaduto un incidente stradale o un infortunio dentro qualche azienda, l’elicottero non sarebbe stato a disposizione e i soccorritori non avrebbero potuto arrivare sul luogo dell’incidente in tempi rapidi.
Per i due spagnoli oltre alla multa potrebbe arrivare anche una denuncia per procurato allarme. Secondo gli esperti delle Tre Cime di Lavaredo la scalata che li ha visti impegnati non è tra le più impegnative. Le guide parlano di un tempo di percorrenza medio di sei-sette ore: “Loro ci hanno impiegato tre giorni senza arrivare in cima, evidentemente hanno sovrastimato le loro doti di arrampicatori”, continua Bristot. Un errore che i due spagnoli avevano già commesso martedi scorso rientrando dalla scalata della Cima Grande in compagnia di altri due scalatori bolzanini: si erano calati troppo bruscamente e le corde erano rimaste incastrate tra le rocce, inoltre era buio e non avevano i frontali per illuminare il percorso. Una squadra di soccorritori era riuscita a fornire loro la luce e li aveva fatti rientrare alla base. Un intervento durato quattro ore, conclusosi a mezzanotte che non aveva richiesto l’intervento dell’elicottero e che ai due spagnoli non era costato nulla. Ma dopo meno di una settimana le cose sono andate diversamente.
Danilo Guerretta
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