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La nostra rubrica sul mondo golfistico a cura di Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/282: LA SOLHEIM CUP 2019 PRENDE LA VIA DELL'EUROPA
La squadra del Vecchio Continente si impone sugli Usa nel massimo torneo femminile

La selezione delle giocatrici europee ha richiesto un lungo periodo: è iniziata immediatamente dopo la Solheim Cup 2017, ed è terminata l'11 agosto di quest’anno, alla conclusione del Ladies Scottish Open. Ecco i criteri usati per la selezione: - Le prime tre atlete nella classifica dei punti LET Solheim Cup - Le cinque migliori nella classifica mondiale Rolex - 4 giocatrici selezionate dalla Capitana europea, Catriona Isobel Matthew. Scozzese di Edimburgo, la Matthew ha completato il suo staff nominando come vice Dame Laura Jane Davies. Quella stessa Davies che ha partecipato alla Solheim Cup fin dalla sua prima edizione, ed è considerata la più abile golfista inglese. È stata apprezzata anche in Italia, vincendo nel 1988 proprio qui in Veneto, al Golf Cà della Nave, nel Campo nuovo di zecca. Le sue vittorie le valsero la nomina, da parte dalla Regina d’Inghilterra, a membro dell’Ordine dell’Impero Britannico per merito sportivo.
Sono 28 i punti in palio nell’intera competizione: un punto per la vittoria e mezzo a testa per il pareggio. Nella storia della Solheim Cup il bilancio è di dieci

Le precedenti edizioni di Solheim Cup, in Germania nel 2015 e nello Iowa nel 2017, furono due sconfitte consecutive per la compagine del vecchio continente, ora c’è sete di rivincita. Questa volta c’è il vantaggio di giocare in casa con pubblico amico dal tifo rumoroso, di stampo calcistico.
Il Team USA, diretto da Juli Inkster, proette per tre volte alla guida della formazione a stelle e strisce, ha avuto una vigilia un po’ inquieta per la defezione di Stacy Lewis esperta giocatrice, in una squadra fatta per metà di debuttanti. Le previsioni della vigilia non sono mai troppo attendibili, ma la carenza di solidità nel gruppo americano rappresenta un vantaggio a favore di Europa, che può contare su atlete di esperienza, e sulla coesione del gruppo. Anche tra le europee ci sono tre debuttanti, ma sicuro determinate a dare una buona mano alle più esperta in campo.
Venerdì mattina foursomes, gara a squadre di 2 che si alternano: concordano se giocare i primi colpi sulle buche pari o quelle dispari, poi continuano alternandosi nel gioco, fino a imbucare.
L’avvio della competizione coglie di sorpresa il team statunitense, sbigottito, battuto (2,5-1,5) da un’Europa manifestamente inferiore nella classifica mondiale: Carlota Ciganda in coppia con Bronte Law, conquista il primo mezzo punto sulle americane, imbucando un putt da sei metri, per il birdie alla 17. Immediatamente dopo, Georgia Hall e Celine Boutier (debuttante, ma dal tiro lungo), vincono 2 e 1 sugli Usa. Sono le sorelle Jessica e Nelly Korda, a risollevare il morale USA, vincendo 6 e 4. L’ultima partita è per Charley Hull e

Tocca ora il four ball (quattro palle - ogni giocatrice completa la buca in modo individuale, ma si registra soltanto lo score migliore). La Capitana del Team USA Juli Inkster ha affrontato con esperienza il problema delle sei debuttanti, tanto che nel fourball due neofite americane riescono a ottenere mezzo punto combattendo contro due tra le migliori europee. Al termine della giornata il team Europe si trova in vantaggio per 4,5 – 3,5, punto conquistato nei quattro incontri mattutini di foursome, mentre nei quattro fourball c’è stata parità (2-2).
Seconda giornata, supremazia iniziale dei due team europei: -3/2 sulla coppia che comprende Ally McDonald, entrata in squadra in extremis per la defezione di Stacy Lewys, -e 4/3 sull’altro team. Non esitano a rispondere le statunitensi, con 2/1 su Van Dam/Nordqvist, e con 6/5 su Ciganda/Law da parte delle sorelle Jessica e Nelly Korda, che insieme hanno disputato i due foursomes vincendoli entrambi con largo margine. Il foursome del mattino termina così sul 2-2.
Nei fourball del pomeriggio (2,5-1,5) è per gli USA. È sostanziale l’equilibro, con situazioni alterne e incontri che sono arrivati quasi tutti all’ultima buca, ma le americane recuperano terreno. Il recupero si concretizza con l’1 up, portato poi in parità, dove è rimasto, per il mancato putt della tedesca Caroline Masson. Se la sua palla fosse entrata, avrebbe trasformato il pareggio in un successo continentale. Alla chiusura della seconda giornata, il Team Europe e la compagine degli Stati Uniti sono in assoluta parità (8-8). Il pareggio demanda tutto ai dodici match singoli, per un finale che si annuncia combattuto ed entusiasmante.
Ed eccoci ai 12 match singoli – Per portarsi a casa il trofeo l’Europa deve vincere, visto che lo detiene l’America. In caso di parità (14 – 14), il torneo resterà in mano statunitense. Va ricordato che nel match play non è quanto alta sia la vittoria di una buca: fa punteggio la semplice vincita o il pareggio. Alle 11.40 parte il primo match. Danielle Kang vs Carlota Ciganda, a seguire gli altri, a distanza di 12 minuti. Fa subito un birdie alla uno l’americana, ne fa poi altri quattro, ma incorre in due bogey. La Ciganda, spagnola di Pamplona, fa cinque

Paolo Pilla



