I primi cittadini: "Costituzione disattesa"
IL MANIFESTO DEI SINDACI VENETI
Ecco il testo integrale del manifesto
LA REPUBBLICA DELLE AUTONOMIE, L’ITALIA DEI COMUNI
Manifesto dei Sindaci del Veneto
La Costituzione della Repubblica Italiana
“La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i princıpi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento” (art. 3).
“La Repubblica è ‘costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato” che “sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princıpi fissati dalla Costituzione” (art. 114).
“Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città Metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei princıpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa”, “hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri”. “Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città Metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite” (art. 119).
I Sindaci lanciano un appello alle Istituzioni, alle categorie produttive, alle forze sociali, a tutti i cittadini perché venga riconosciuta, nell’interesse generale, la piena dignità istituzionale del ruolo delle Autonomie Locali – Comuni, Province e Città Metropolitane - e dei loro amministratori, nel pieno rispetto della Costituzione, in buona parte disapplicata.
- I Comuni sono la prima istituzione rappresentativa delle comunità di vita che animano e compongono la nostra Repubblica. E’, quindi, quanto mai necessario che il Comune sia in condizione di poter rappresentare al meglio la propria collettività, di poterne curare gli interessi e promuoverne lo sviluppo. I Sindaci – nella pluralità dei loro orientamenti politici e dei territori di cui sono espressione – rappresentano la trama di un tessuto connettivo che compone un patrimonio originale e insostituibile del nostro Paese.
- I Comuni devono fare squadra con le Province che sono anch’esse espressione di uno dei livelli fondamentali del governo locale, cariche di storia e nate dall’aggregazione di territori con un tessuto storico e culturale omogeneo. Vanno create le condizioni affinché possano essere esercitate al meglio le loro competenze: la cura degli interventi a difesa del suolo e il consolidamento delle aree a rischio; della viabilità di una capillare rete stradale che collega tra loro piccoli e piccolissimi centri con le città più grandi; della gestione delle scuole secondarie superiori, assicurandone sicurezza e funzionalità. I Sindaci ritengono che il consolidamento dell’esperienza della Provincia quale ambito di positivo riferimento per il livello comunale, vada accompagnato da un rilancio dell’autorevolezza istituzionale e della capacità di coordinamento del territorio Provinciale: obiettivo perseguibile con la previsione della legittimazione democratica della figura del Presidente, il ripristino di una forma collegiale e riconosciuta del suo esecutivo e l’elezione diretta del Consiglio Provinciale.
- I Sindaci sono il motore dell’autonomia e del processo federalista; i processi di autonomia differenziata non debbono snaturare il ruolo delle Regioni come enti di legislazione, programmazione e indirizzo ma esaltare i principi costituzionali di autonomia e sussidiarietà attraverso il riconoscimento delle funzioni amministrative a Comuni, Province e Città metropolitane con i Comuni che possono svolgere un ruolo da protagonisti. Questo processo deve avvenire in un quadro coordinato e coerente di scelte del legislatore statale e dei legislatori regionali che portino ad una chiara definizione di compiti e responsabilità di ciascun livello di governo. Chiarezza di competenze, semplificazione delle procedure, eliminazione di strutture intermedie e di adempimenti consentono di dare risposte certe e tempestive a cittadini e imprese che richiedono alle Amministrazioni autorizzazioni e abilitazioni per svolgere la loro attività.
- Il tema delle risorse finanziarie è essenziale per assicurare il buon governo dei territori; occorre prevedere la necessaria correlazione tra le funzioni e le risorse di ogni livello di governo. Ai Sindaci va garantito un meccanismo in grado di creare equità tra funzioni di cui sono responsabili e risorse finanziare a disposizione e che contenga delle premialità per le amministrazioni virtuose. Garantire risorse certe agli enti locali, oltre che consentire di investire in sicurezza su strade, ambiente e scuole, offre l’opportunità di creare posti di lavoro reali e mettere le ditte che lavorano per il pubblico nelle condizioni di assumere. È prioritaria la concreta attuazione dei "costi e fabbisogni standard”, misura di giustizia amministrativa che contempera il dovere della solidarietà con quello dell'equità. Va soppresso il sistema della "Tesoreria Unica" al fine di restituire ai Comuni la piena gestione dei conti di tesoreria ora affidati, per legge, in Banca d'Italia. Alle autonomie locali spetta il diritto di gestire direttamente la propria cassa. Deve essere consentito il ricorso all' indebitamento per interventi di investimento finalizzati a superare l'emergenza della messa in sicurezza del proprio patrimonio, in particolare edifici scolastici e infrastrutture viarie, superando il meccanismo perverso per il quale i Comuni con standard di debito sotto la media si vedono fortemente limitata la possibilità di ricorso ai mutui.
- I Sindaci devono poter assumere con modalità più semplici, con vincoli rapportati esclusivamente alla capacità finanziaria dell’Ente, ma con effettiva autonomia organizzativa, per poter rendere la macchina comunale più efficiente e portare energie e competenze nuove all’interno della Pubblica Amministrazione. Le porte dei Comuni devono poter aprirsi a giovani che vogliono lavorare nelle istituzioni.
- I Sindaci vanno liberati da adempimenti burocratici, spesso inutili e ripetitivi, che rendono l’attività dell’amministrazione complessa con il rischio di non poter compiere scelte. Per aiutare il Sindaco a operare nella trasparenza, con una maggiore serenità e con minori rischi di infiltrazioni illegali, è opportuno giungere a una semplificazione dei numerosi oneri amministrativi e contabili. Tanto più quando questi oneri sono a carico di Comuni piccoli, che dispongono di un numero assai ristretto di dipendenti: non è la sovrabbondanza o la complessità degli adempimenti che assicura reali vantaggi in termini di verifica e controllo.
- Amministrare un Comune comporta dei rischi di ordine penale e contabile importante, a fronte di indennità irrisorie e al taglio dei rimborsi spese e di una penalizzazione sul fronte lavorativo e della carriera, e in un clima generale di delegittimazione e sfiducia. È per questo che, come dimostra la recente tornata amministrativa, sempre meno cittadini si mettono a disposizione, candidandosi alla gestione del bene Comune. È una tendenza che va invertita perché ciò penalizza molto la qualità della nostra democrazia e della convivenza civica.
- La sostenibilità ed il rispetto dell’ambiente non sono più un’opzione, ma una necessità. Una sfida che ci riguarda tutti e che soprattutto riguarda il futuro. Per questo i Comuni devono essere messi nelle condizioni di compiere scelte coraggiose e dirompenti sul tema aiutando le imprese presenti sul territorio in questo percorso.
- L’indennità dei Sindaci e dei Consiglieri Comunali, in particolare quella dei piccoli Comuni, non è una questione economica, ma di dignità e di rispetto nei confronti di questi umili servitori dello Stato. Le risorse per l’indennità dei Sindaci e dei Consiglieri Comunali non sono un costo, ma un investimento. Va riconosciuta un’adeguata indennità al Presidente della Provincia e ai Consiglieri Provinciali, oggi tutti Sindaci o Consiglieri Comunali cui non è riconosciuto alcun rimborso, rapportata alle rilevanti responsabilità connesse al ruolo.
- Si registrano a centinaia minacce e intimidazioni nei confronti di Sindaci. Nessuno può permettersi di minimizzare. Quando un Sindaco viene minacciato, o reso bersaglio di atti intimidatori, viene minacciata e colpita l’intera Repubblica. Nessun Sindaco deve essere lasciato solo quando la criminalità, l’illegalità, la corruzione aggrediscono il circuito democratico di base della democrazia del nostro Paese.
Noi Sindaci non chiediamo un libro dei sogni, ma semplicemente strumenti per governare che ci permettano di decidere. Vogliamo essere a fianco di imprese, associazioni e cittadini e non essere per loro un freno. Siamo pronti ad elaborare proposte di legge semplici e coerenti con i punti sopra esposti. Siamo interlocutori istituzionali affidabili: per questo chiediamo l’integrazione della Commissione parlamentare per le questioni regionali con i rappresentanti di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, come sede di raccordo parlamentare tra tutte le istituzioni costitutive della Repubblica, in attuazione dall’articolo 11 della Legge Costituzionale 3/2001.
Vogliamo semplicemente poter svolgere fino in fondo il ruolo che ci hanno affidato la Costituzione e il mandato dei cittadini che ci hanno eletto.