Ma solo il 15% dei negozi usa e-commerce e digitale
IL TERZIARIO TREVIGIANO CREA OLTRE 5MILA POSTI DI LAVORO
Sono soprattutto under 30, boom dell'indeterminato
Il dato è contenuto nell’annuale rapporto sullo stato del settore trevigiano, promosso dall’ente bilaterale Ebicom e dall’Unascom Confcommercio ed elaborato da EbicomLab.
La nuova occupazione tocca soprattutto i giovani: 4.965 nuovi posti di lavoro dipendente sono infatti andati a giovani sotto i trent’anni. E proprio ai giovani si rivolge in primis Federico Capraro, presidente di Confcommercio Treviso.
Riguardo gli imprenditori, invece, il ricambio generazionale langue. Anzi, a fronte di un aumento dell’8,2 per cento di titolari ultrasettantenni, gli over 30 sono calati di 7,6 punti.
Altra notizia positiva: boom dei contratti a tempo indeterminato, con un saldo in attivo di 1.680 unità, soprattutto per effetto della conversione in rapporti di lavoro stabile dei contratti a termine. Fenomeno, a sua volta, stimolato dagli sgravi fiscali.
Le imprese prevedono di assumere ancora, in prevalenza addetti tra i 18 e i 30 anni, diplomati e laureati, ma anche con già esperienza nel campo. E, dopo che il 42% ha dichiarato fatturato in aumento nel 2018, solo un 13% prevede un calo nel 2019. L’anno scorso la quota era di 8 punti maggiore.
Tra le ombre, però, c’è anche il ritardo sulle nuove tecnologie: se nel 2019 sono cresciute del 6% le attività dedicate all’e-commerce, solo il 15% dei negozi è completamente digitale, utilizza cioè sito internet, canali sociale, vendite on line e sistemi informatici specifici per gestire le relazioni con i clienti. Il tema delle nuove tecnologie digitali e delle piattaforme on line, è una delle sfide del prossimo futuro per il settore individuate da Alessandro Minello, direttore scientifico dell’EbicomLab, insieme a green economy, rapporto tra città e periferie e capacità di attrarre giovani talenti.
Treviso, poi, si scopre sempre più economia turistica: secondo un'analisi del Ciset, centro ricerche dell'università Ca' Foscari, il fatturato turistico in provincia ammonta a 488 milioni di euro. Di questi 248 sono attribuibili a visitatori stranieri, mentre gli italiani valgono 240 milioni. Per i primi è calcolato una spesa media giornaliera pro capite di 86 euro, contro i 104 stimati per i turisti provenienti dal resto del Belpaese.
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