Ascom Treviso chiede un tavolo in Regione
"UNA LEGGE REGIONALE CONTRO LA MORIA DEI NEGOZI"
Capraro: "Incentivi come nelle altre regioni"
Forte e deciso è l’SOS degli alimentaristi di Unascom- Confcommercio (in foto) che al tema hanno dedicato un Consiglio. “Siamo al capolinea – spiega Riccardo Zanchetta, le nostre attività sono stremate da controlli, abbiamo un peso burocratico che ci distoglie dal lavoro, rischiamo ogni giorno e la Politica continua a considerarci dei soggetti da spremere e non da valorizzare. Se chiudiamo noi, se ne va un presidio sociale utile per tutta la popolazione. Siamo esasperati ed iniziano ad emergere, sempre di più, forme di protesta autonome e diffuse col rischio di creare un clima di spaccatura e di tensione sociale inarrestabile”.
E gli “sgarbi” della Politica e gli insulti della burocrazia non solo si leggono tra le righe dalla manovra 2020, ma si misurano ogni giorno, dentro ai nostri negozi e coi consumatori davanti. “Vogliono i pagamenti elettronici ma non abbassano le commissioni sul Pos, alcuni paesi sono ancora privi di fibra, per non parlare della privacy. Parlano di semplificazione, ma tra Enti controllori non si parlano e le contestazioni per sanzioni incoerenti tra di loro sono all’ordine del giorno. Lo scontrino elettronico è solo una delle tante incombenze, ma certo non risolve il problema della grande evasione fiscale”.
“Il momento storico e la situazione provinciale”- conferma Federico Capraro, presidente di Confcommercio- confermano che oggi la guerra alla lotteria è già iniziata e che domani occorre andare oltre i singoli contributi locali, per costruire un “Sistema locale che considera questa imprese come dei baluardi fondamentali per l’economia dei paesi, delle città e per la qualità della vita”. La Politica deve sistematicamente garantire fondi strutturali per il sostegno dei servizi garantiti dai negozi di vicinato. Occorre definire, sul piano economico e sociale, il modello del piccolo esercizio come presidio con valore di welfare. Porteremo in Confcommercio Veneto la richiesta di un tavolo tecnico per una proposta di legge regionale da indirizzare all’assessore Marcato, sulla scorta degli esempi di altre regioni. In Alto Adige è possibile assegnare contributi fino a 15.000 euro per l’apertura di esercizi di vicinato (negozi che lavorano in paesi con almeno 150 abitanti e che vendono generi alimentari di prima necessità al dettaglio) nelle località che ne sono prive. Mentre per garantire la sopravvivenza dei negozi di paese già presenti sul territorio, la Provincia di Bolzano mette già a disposizione incentivi che vanno dai 9.000 agli 11.000 euro. In provincia di Treviso, solo il Comune capoluogo ha un bando che ogni anno stanzia un contributo per le nuove attività, ma occorre “pensare – conclude Capraro- ad una politica attiva e continuativa che sostenga queste imprese dal fondamentale valore sociale nei centri storici e nei centri minori in via di costante spopolamento”.