PADOVA - La sua storia aveva emozionato migliaia di studenti in tutta Italia. Raccontava di come aveva vissuto nei lager nazisti da bambino, e di era riuscito a sopravvivere, ma pare che la storia questo ex imprenditore di Padova, se la sia inventata, alimentando anche il negazionismo che aleggia intorno alla Shoah. “Preferisco non parlarne” ha dichiarato Samuel Gaetano Artale von Belskoj- Levi, questo il suo nome al completo, probabilmente da lui stesso inventato. L’ingegner Artale ha raccontato una storia che non ha mai vissuto ed è stato smascherato grazie alle numerose incongruenze rilevate dai suoi racconti. L’uomo, di 83 anni, racconta di essere nato a Rostock, in Germania, ma secondo alcune ricerche fatte dal Gazzettino, pare che il proprietario della Artale Group di padova, sia nato a Cosenza, in Calabria, nel 1937. E la verità si sposa con le ricerche di Gadi Luzzatto Voghera, storico veneziano, che rileva come la storia di Artale faccia acqua da tutte le parti.
Il libro da lui pubblicato è ricco di errori storici, e la famiglia da cui l’uomo dice di provenire, non risulta essere esistita negli archivi di Rostock. Pare che la testimonianza di Artale sia quindi falsa, oltre che irrispettosa nei confronti di chi invece nei campi di sterminio c’è stato davvero.
Le motivazioni possono essere molteplici, e magari intenzionalmente non negative. Ma ancora inspiegabili. Fortunatamente i casi di falsi testimoni della Shoah sono pochi, e purtroppo sono rimaste poche le persone ancora in vita che possono raccontare come sono riuscite a sopravvivere nei lager nazisti, come la senatrice a vita Liliana Segre, che nei giorni scorsi al Parlamento Europeo ha raccontato la sua storia, concludendo con il magnifico messaggio dedicato a tutti i giovani, perché siano in grado di fare La Scelta: “Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati”.