TREVISO - Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara l’emergenza globale per il Coronavirus, in Italia vengono accertati i primi due casi di contagio. Sono due turisti cinesi sbarcati a Malpensa il 23 gennaio e poi arrivati a Roma, dove sono stati bloccati e messi in quarantena allo Spallanzani. Lo ha rivelato ieri sera il premier Conte. Nel frattempo si stanno ricostruendo gli spostamenti dei due e i luoghi da loro frequentati, e i voli dalla Cina per l’Italia sono stati bloccati. In provincia di Treviso sono due i casi sospetti, ma l’ULSS 2 trevigiana parla di precauzioni dovute in questi casi, e non di certezze. Anzi, in Direttore generale Francesco Benazzi invita la stampa e la popolazione a non suscitare inutili allarmismi privi di fondamento.
Allo stato attuale non sono stati registrati, in provincia di Treviso, casi di persone che presentino un quadro definibile come sospetto secondo i criteri del Ministero della Salute, dichiara l’Ulss 2 trevigiana, che ha gestito a ieri, giovedì 30 gennaio 2020, due situazioni relative a soggetti italiani con sintomi respiratori non importanti rientrati dalla Cina: una 50enne con febbre, inizialmente in osservazione in ospedale e poi rinviata a domicilio, e un bambino di 4 anni, senza febbre, con tosse.
Per entrambi l’isolamento domiciliare varrà per 15 giorni, dal rientro in Italia.
In relazione al Coronavirus vengono adottati i comportamenti prudenziali di sanità pubblica come da prassi, che sono:
Il ricovero ospedaliero per i soggetti rientrati dalla Cina con sintomatologia importante;
L’isolamento domiciliare per 15 giorni dei soggetti rientrati dalla Cina con sintomatologia non importante;
Il controllo quotidiano della temperatura corporea, per 15 giorni, per i soggetti rientrati dalla Cina, asintomatici.
“Come confermato dalle Autorità Sanitarie Nazionali la situazione epidemiologica in provincia di Treviso è attualmente totalmente priva di criticità e gestita con il massimo livello di attenzione – ha sottolineato Francesco Benazzi -. E’ del tutto evidente stagionale, stante l’attuale diffusa mobilità delle persone da e per la Cina e la coincidenza con il piccolo dell’influenza che in relazione all’epidemia in corso si renderà necessaria anche nelle settimane a venire, in provincia di Treviso così come in tutto il resto del Paese, l’applicazione della misura dell’isolamento domiciliare nei confronti delle persone che rientrano dalla Cina con sintomatologia non importante. Si tratta di una misura precauzionale che deve essere in alcun modo fonte di allarmismo né deve essere confusa con i casi conclamati di Coronavirus”.
L’Ulss ricorda che siamo in pieno periodo influenzale, nel quale sono frequenti forme respiratorie che possono essere totalmente indipendenti dall’infezione da Coronavirus: tali situazioni non devono destare preoccupazione e devono essere gestite con i criteri consueti dal medico di famiglia.