Per l'associazione comporta nuovi adempimenti inutili per le imprese
"QUELLA BANCA DATI SUGLI IMPIANTI ELETTRICI È SOLO ALTRA BUROCRAZIA"
La Cna chiede di abolire l'articolo del Milleproroghe che l'ha istituita
"Prima di tutto, viene attribuito all’impresa un obbligo di comunicazione incomprensibile – spiega Mattia Panazzolo, vicedirettore di Cna territoriale di Treviso -. L’impresa, infatti, è chiamata a comunicare all’Inail il nominativo dell’organismo incaricato delle verifiche mentre sarebbe logico che fosse l’organismo stesso a comunicare all’Inail l’esito del controllo. L’impresa, inoltre, è costretta a sobbarcarsi di nuovi oneri in quanto viene introdotto un tariffario delle verifiche chiaramente obsoleto. Il tariffario risale al 2005 ed è stato definito da un ente, l’Ispesl, ormai defunto da tempo e assorbito dall’Inail».
Il nuovo adempimento interessa nella nostra provincia tutte le sedi operative aziendali che occupano lavoratori. "La nostra associazione è da sempre in prima fila nel favorire un costante miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro, ma in tale percorso vanno attentamente evitati ulteriori appesantimenti procedurali – continua Panazzolo -. Le micro e piccole imprese, che nel nostro Paese sono il 99% del totale, sostengono oltre 30 miliardi annui di costi burocratici. Le numerose semplificazioni a costo zero che chiediamo vengano implementate anche in questo ambito permetterebbero alle imprese di liberare preziose risorse da destinare agli investimenti".
Cna chiede pertanto che l’articolo 36 del Milleproroghe 2020 venga soppresso e siano rimandate al successivo confronto con le parti sociali le modalità di costituzione della banca dati, le cui finalità sono condivise appieno dall’Associazione degli Artigiani di Treviso.