Per il sindacato varie realtà rimangono aperte nonostante il decreto
METALMECCANICO, 350 AZIENDE TREVIGIANE IN CASSA INTEGRAZIONE
Botter (Fiom): "Numeri senza precedenti"

“Nelle principali aziende del nostro territorio – spiega il segretario generale della FIOM CGIL di Treviso –, forti della preziosa attività sindacale portata avanti nelle ultime settimane dai Rappresentanti dei lavoratori, delle mobilitazioni organizzate e spontanee messe in piedi, specialmente la scorsa settimana, e non da ultimo proprio del DPCM del 22 marzo, siamo riusciti a far rispettare il protocollo sulla messa in sicurezza del personale nei luoghi di lavoro e a portare alla chiusura quelle realtà dove questo non è fattibile o la cui produzione non è necessaria. Tutto questo al fine di tutelare la salute di tutti”.
“Tra le realtà industriali della Marca più rappresentative chiuse con specifici accordi o con la cassa integrazione si contano: De' Longhi di Treviso, Electrolux di Susegana, Sole di Oderzo, Stiga e Berco di Castelfranco Veneto, Texa di Monastier di Treviso, Irca-Rica e Permasteelisa di Vittorio Veneto. Solo queste insieme contano circa 6.500 dipendenti. Ma – aggiunge Enrico Botter –, sono moltissime, più di 350, le altre piccole e medie imprese trevigiane che hanno chiesto l’apertura della Cigo”.
“Una situazione senza precedenti nella storia recente del nostro sistema produttivo, come lo è l’impegno dei funzionari e delle RSU e RLS che nel pieno dell'emergenza hanno e stanno dimostrando grande senso di responsabilità e di concretezza nel tenere coesi i lavoratori, legittimamente preoccupati, e nel dialogo con proprietà e vertici aziendali. Come sempre ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto la nostra parte nel tutelare la salute e predisporre la sicurezza nelle fabbriche per chi ci lavora. Consapevoli che da lì passa la salute di tutti i trevigiani. Resta il dovere di vigilare sul territorio – continua Botter –, dal momento che ci sono ancora molte realtà che sfuggono al nostro osservatorio e che potrebbero pensare di farla franca provando ad approfittare dei punti deboli del Decreto e a rimanere aperte nonostante l’attività 'non essenziale' rischiando di allargare l’epidemia”.
“A tal proposito invitiamo ancora una volta tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori metalmeccanici a segnalare alle Organizzazioni Sindacali e alle autorità competenti qualunque situazione illecita o quantomeno dubbia e a non esitare a fermarsi subito dall'attività lavorativa. La salute vale più di qualunque profitto – chiude Botter”.