TREVISO - Dopo la lettera al Governatore del Veneto Luca Zaia, il Segretario Generale della Polizia del Veneto Mauro Armelao scrive ai questori chiedendo che siano fatti subito i tamponi di controllo agli agenti per isolare e sconfiggere il Covid-19. Gentilissimi Questori,
l’emergenza da cui siamo stati travolti e che ha indotto il Legislatore a “rincorrere”, letteralmente, gli sviluppi di un’epidemia che, di ora in ora nelle ultime settimane, ha investito sempre più porzioni del territorio, fino a comprendere tutto il nostro Paese, ha interessato purtroppo, com’era prevedibile, anche la nostra realtà lavorativa, che ha pagato già in termini di
vite umane. Purtroppo, pur nella consapevolezza della drammatica pressione che le SS.LL. stanno subendo, sento il dovere di rappresentarVi un’inquietante riflessione che sta serpeggiando tra il personale.
Siamo tutti a conoscenza, in modo ufficioso, indiretto ed a volte confuso, di colleghi ed impiegati civili che sono stati costretti ad assentarsi dal lavoro: basta entrare nel Ps Personale e leggere sull’ordine di servizio giornaliero l’acronimo T.N.I. (temporaneamente non idoneo), oppure la dicitura “congedo straordinario”, che oggi come oggi non può non insinuarsi il terribile dubbio,
che se non si trattasse di Covid-19, potrebbe comunque riferirsi ad uno stato febbrile predisponente o riguardante quella patologia.
In questo momento storico, Signori Questori, in cui è innegabile l’esistenza di uno “stato di guerra”, qual’è il confine che divide la tutela della riservatezza ed il diritto dei lavoratori di essere a conoscenza di un’assenza, per così dire, “sospetta” nell’ambito lavorativo!? Non vorremmo mai che l’Amministrazione sconfinasse nella violazione del diritto alla privacy, ma è indubbio che tutti gli operatori hanno il diritto di essere tutelati nei confronti di una condizione sanitaria all’interno del proprio luogo di lavoro che potrebbe presentare dei profili di rischio molto alto. Per tutti gli operatori che sono stati collocati in isolamento domiciliare fiduciario, o semplicemente in congedo straordinario, tenendo conto dei canonici 14 giorni d’incubazione, l’Amministrazione dovrebbe verificare se nell’ambiente lavorativo in cui essi hanno lavorato,
qualche Operatore ha avuto modo di entrare potenzialmente in contatto con un ipotetico agente patogeno, e questo prima di avere la certezza di un eventuale contagio da Covid-19, perché se aspettassimo il risultato del test del tampone, potrebbe essere troppo tardi per arginare la reazione a catena che si scatenerebbe in caso positivo.
Concludendo, auspichiamo quindi, qualora non vi foste già attivati, che le SS.LL. percorrano ogni strada possibile per convincere le Autorità Sanitarie ad effettuare a tutto il personale della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno, dei tamponi Covid-19, i quali possono
rappresentare un valido strumento anche e soprattutto per individuare le situazioni a rischio più subdole, come quelle rappresentate dai c.d. “asintomatici infettivi”.
L’occasione è gradita per porgerVi
Cordiali Saluti.