TREVISO - Gianluca Chiaradia, musicista di Conegliano, è noto ai nostri ascoltatori in quanto voce di Radio Veneto Uno nella trasmissione Suoni Inauditi, ma è anche, e soprattutto, un cantautore. Classe 1991, è autore del suo primo disco “Seriamente ironico” (2014), seguito da “Sogni al microscopio” (2015). Nel 2019 esce il singolo “Finestra vista camera blindata”. Ha modo di suonare e studiare con i padri della chitarra acustica moderna quali Tony McManus, Steve Kaufman e Thomas Leeb. Apre i concerti di Omar Pedrini, Giulio Casale, Pierpaolo Capovilla.
E’ vincitore di diversi premi, tra cui il premio della critica “Un certain regard” con il brano “Ancora spazio” al festival Musicultura 2019, brano selezionato per il prestigioso Premio Bertoli a maggio 2019.
Ad aprile 2020, in piena quarantena, esce l’album “Primo Vere”, anticipato a Marzo dal singolo “George”, pubblicato in occasione della Giornata Mondiale contro il Razzismo. La canzone racconta la storia di George Stinney, quattordicenne afroamericano, il più giovane condannato alla sedia elettrica nella storia della giustizia americana. Una storia di ingiustizia, una critica alla pena di morte oltre che al sistema giudiziario americano e alla differenza di trattamento e di condanna tra bianchi e neri. “Primo Vere” racconta l’inizio di qualcosa di migliore, un percorso di purezza simboleggiato dalla primavera. L’album è stato scritto in una casa abbandonata e isolata. In copertina il busto di un’astronauta: un disegno originale di Gabriele Bonato, che anticipa e si collega alla traccia “Ancora spazio”.
Gianluca Chiaradia canta in italiano, le sue sonorità ricordano Bob Dylan, Nick Cave, Leonard Cohen, ma anche il cantautorato italiano. L’artista mescola folk, pop, blues, ed è affascinato dalle storie dei più deboli, gli emarginati, gli esclusi. Chiaradia ci ha rilasciato un'intervista in questo periodo di quarantena, momento di stop che utilizza per studiare chitarra, leggere, ascoltare musica, e bere molte tisane, prima di tornare ad esibirsi dal vivo. Speriamo presto.
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