"Quest'anno la festa dedicata agli impoveriti dalla pandemia"
TREVISO CELEBRA ENRICO, IL BEATO DELLA CARITÀ
Domani messe al Duomo e al Tempietto, creato anche un video sulla sua vita

Laico, povero e penitente, Enrico mendicava per le strade di Treviso redistribuendo ai poveri della città ciò che raccoglieva in elemosina. Un uomo che viveva una vita evangelica radicale, fatta di povertà e di penitenza, di preghiera e di straordinaria carità. Il suo corpo è custodito in un’urna collocata in Cattedrale, e a lui sono stati dedicati un tempietto a Treviso (in via Canova) e un oratorio a Biancade, dove visse con la famiglia.
E’ incerta la data della sua nascita nei sobborghi di Bolzano, che è da collocare verso la metà del 1200. Documentata è invece quella della morte: il 10 giugno 1315 a Treviso, accompagnata da miracoli che hanno diffuso la fama e la devozione della sua santità nelle Venezie e oltre.
Tra i monti Enrico faceva l’agricoltore e il vignaiolo. Forse fu la necessità economica di provvedere alla famiglia (aveva moglie e un figlio, Lorenzo) che lo convinse a scendere in pianura, nelle campagne dei conti Collalto. Prese dimora nei dintorni di Biancade, cambiando il mestiere in quello di boscaiolo.
“Quest’anno ci rivolgiamo al nostro beato per poter aiutare i poveri di sempre e gli impoveriti di questa pandemia” sottolinea il parroco della Cattedrale, mons. Giorgio Riccoboni.

IL PROGRAMMA
Il tempietto rimarrà aperto fino a mercoledì 17 giugno, dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18.30. All’interno sarà disponibile l’itinerario di un pellegrinaggio, che si può fare individualmente, alle sette chiese care al beato Enrico.
Nell’occasione della festa è stato prodotto un video che narra la storia del beato e la sua vita di carità, un’eredità raccolta oggi da molte espressioni della Chiesa di Treviso, a cominciare dalla Caritas e dalla San Vincenzo.