Vittorio Veneto ripensa gli spazi vuoti
BENI DEL DEMANIO MILITARE: L'ACCORDO CON IL COMUNE PER UN UTILIZZO ALTERNATIVO
Il piano di valorizzazione delle caserme dismesse dall’Esercito Italiano

Ai rappresentanti della Difesa e dell’Agenzia del Demanio vanno i ringraziamenti del Primo cittadino «per lo spirito di collaborazione e per l’atteggiamento costruttivo sempre mantenuto durante lo sviluppo della trattativa. Ieri - ha continuato il Sindaco - abbiamo tirato le fila di un intero anno di lavoro e raccolto i frutti dei tanti incontri tecnici avuti con il Ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio».
L’accordo è arrivato al termine di un confronto durante il quale il Generale Caccamo e il suo gruppo hanno preliminarmente visitato con il Sindaco Miatto tutti i beni militari presenti nel territorio, definendo l’elenco di quelli che transiteranno in proprietà al Comune in virtù del negozio di permuta di imminente attuazione tra Stato e questa Amministrazione comunale. In particolare «La città - spiega Miatto - ottiene l’intero “Aero campo” di San Giacomo e gran parte della superficie della ‘’Gotti’’.
La delimitazione per il successivo frazionamento che servirà a determinare con esattezza l’area della caserma spettante al Comune sarà effettuato collegialmente il prossimo 5 agosto. Allo Stato andrà in cambio il fabbricato che ospita la stazione dei Carabinieri di via Giacomo Boni. È volontà di tutte le parti coinvolte nella trattativa, quella di portare a compimento l’intera operazione entro il mese di settembre». Quale sarà - a questo punto - il destino degli immobili che rimarranno in carico al Ministero della Difesa? «Nel corso dei prossimi due mesi - conclude il Sindaco - saranno tutti valorizzati come già pattuito e pianificato. La Difesa fruirà delle varianti urbanistiche necessarie ad immettere fruttuosamente sul mercato le strutture che resteranno di sua proprietà: i palazzi Doro Altan, Marinotti, Piccin, la caserma Tandura e l’angolo nord-ovest della caserma ‘’Gotti’’ con l’edificio principale». Con la conclusione di questo accordo «la città di Vittorio Veneto grazie ai beni militari non più in uso andrà ad arricchirsi di una serie di superfici delle quali, fino ad oggi, non disponeva e che potranno permettere lo sviluppo di attività produttive, sportive e ricreative prima impensabili».