VENEZIA - Divieto di spostamenti all’esterno del proprio comune di residenza nel pomeriggio da sabato prossimo all’Epifania. Il governatore del Veneto Luca Zaia anticipa il governo e vara una nuova ordinanza con ulteriori restrizioni per il periodo delle festività natalizie e di fine anno. Dal 19 dicembre al 6 gennaio, dunque, in regione non si potrà uscire dai confini del proprio comune dopo le 14 se non per lavoro, per andare a scuola, per ragioni sanitarie, per andare a fare la spesa alimentare, se nella zona non c’è un punto vendita, o per altri comprovati motivi. All’interno del territorio comunale i residenti potranno muoversi liberamente e pubblici esercizi e negozi saranno aperti, naturalmente secondo le restrizioni di orario già in essere.
"E' una sorta di zona arancione ridotta di scala perchè concede gli spostamenti fino alle 14 - ha affermato il presidente della Regione nel consueto punto stampa -. Di meno di questo non si poteva fare, di più avrebbe voluto dire chiusura totale".
Limati gli ultimi dettagli, il testo dovrebbe essere pubblicato già venerdì. L’obiettivo è cercare di distribuire meglio i flussi commerciali, favorendo una sorta di autoregolamentazione di chi va a fare acquisti: soprattutto nei centri maggiori, è l’auspicio avanzato da Zaia, alla mattina dovrebbe recarsi le persone da fuori, mentre gli abitanti del posto sono invitati a andare nei negozi di pomeriggio, quando gli altri non si muoveranno.
Una soluzione di equilibrio, presa dopo lo studio dei dati e la consultazione con il Dipartimento di prevenzione della sanità regionale, ha spiegato il governatore. Che ha ribadito di essere ben consapevole che le nuove misure comportano dei sacrifici, sottolineando però che se non facciamo qualcosa a gennaio ci ritroveremo in grande difficoltà”. In Veneto conta attualmente 95.779 positivi, 3.331 ricoverati, di cui 378 in terapia intensiva e 5.161 morti, 92 in più di ieri.
L’indice Rt, tuttavia, rimane sotto la soglia massima, dunque il Veneto sarebbe destinato a rimanere in fascia gialla. Ma proprio i dati epidemiologici non permettevano di attendere ulteriormente le misure nazionali allo studio del governo, secondo Zaia che invierà la proposta veneta al ministro della Salute Roberto Speranza.